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Cooperazione & Relazioni internazionali

«Arrigoni esempio di umanità e lucidità»

Solidarietà e Cooperazione Cipsi si unisce al lutto per l’uccisione a Gaza

di Redazione

Anche  Solidarietà e Cooperazione Cipsi, coordinamento di 48 Ong di solidarietà e cooperazione internazionale, si unisce al lutto e allo sconcerto della famiglia, degli amici e degli attivisti per la morte di Vittorio Arrigoni, difensore dei diritti umani ucciso stanotte a Gaza. A lui e a tutti i giovani che stanno dando la loro vita per la libertà, la dignità, la giustizia e la democrazia sarà dedicato il 29simo seminario nazionale della Tavola della Pace che si apre oggi ad Assisi.  

Arrigoni era arrivato a Gaza nell’agosto del 2008 come inviato del Manifesto per documentare l’operazione Piombo Fuso e ha partecipato a diverse azioni in favore della popolazione della Striscia di Gaza, tra cui la Freedom Flotilla, per portare aiuti alla popolazione e far accendere l’attenzione dei media mondiali sui suoi drammi.
«Vittorio è un esempio per tutti noi, per la sua umanità e la sua lucidità nelle analisi», commenta Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi. «Restiamo umani è la frase con cui usava chiudere i suoi articoli e reportage, un monito e un’esortazione per ognuno di noi che oggi si fa ancora più forte».

«Vittorio ci ha insegnato e trasmesso la passione per i più sfruttati», ricorda Eugenio Melandri, coordinatore di ChiAma l’Africa «per le situazioni dove i diritti umani sono calpestati. Non solo in Palestina. Vittorio è stato fra gli osservatori alle elezioni nella Repubblica democratica del Congo. Quasi volesse sempre scendere nei buchi più disumani della storia. Per raccontare, certo, ma soprattutto per stare accanto, per vivere concretamente la solidarietà. Mi pare debba essere annoverato fra coloro che, pur di difendere sempre e comunque i diritti offesi, è stato disposto a donare la vita. E, al di là delle fedi, vale la massima evangelica: “Nessuno ha amore più grande di chi dona la vita”. A tutti noi ora il compito di seguirlo sulla strada non della vendetta, ma del perdono. Un perdono esigente, tuttavia, perché fa proprie le sue lotte e il suo impegno. Per seguire la strada della giustizia. Per arrivare alla pace».

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