Cooperazione & Relazioni internazionali

«Morte assurda e atroce»

Lo scrive Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, che dedica ad Arrigoni il seminario nazionale di Assisi

di Redazione

«L’assurda e atroce uccisione di Vittorio Arrigoni ci lascia sgomenti. Per alcuni era un pazzo, per altri un estremista, per altri ancora un eroe, un sognatore, un idealista. Per noi era un uomo buono e generoso. Di fronte alla guerra e all’ingiustizia che sta violentando il mondo, Vittorio Arrigoni aveva messo in gioco la sua vita e l’ha persa. L’aveva fatto per reagire alla tanta, troppa indifferenza che circonda tante tragedie umane come quella dei palestinesi di Gaza. L’aveva fatto per rompere il silenzio complice di tanta informazione e l’imperdonabile assopimento della coscienza civile».

Lo scrive Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, da Assisi dove oggi partirà il 29° Seminario nazionale della Tavola della pace dedicato proprio ad Arrigoni. «Forse non sapremo mai chi e per quali ragioni ha armato la mano dei killer che lo hanno ucciso a Gaza. Ma nessuno si permetta di utilizzare il suo assassinio per spargere altro odio e altra violenza contro questo o contro quello. Vittorio non ha mai voluto far del male a nessuno. Nessuno strumentalizzi la sua morte. Sarebbe come ucciderlo due volte». «Con Vittorio», conclude Lotti, «si spenge una voce. Una voce chiara, sincera e diretta. Facciamo in modo che non si spenga anche la voce degli oltre 750.000 bambini che vivono prigionieri della Striscia di Gaza insieme ai loro genitori. Prima ci pensava Vittorio, ora ci dobbiamo pensare noi».

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