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Politica & Istituzioni

Indietro tutta sull’atomo

Lo ha deciso il governo che blocca la realizzazione delle centrali. Associazioni soddisfatte. Referendum a rischio

di Redazione

Un emendamento presentato dal governo nel decreto omnibus all’esame dell’aula del Senato comporta lo stop alla realizzazione delle centrali nucleari, in termini che superano la moratoria già prevista dall’esecutivo, arrivando ad una vera e propria abrogazione dei programmi. Tra gli effetti dell’emendamento, secondo alcuni parlamentari, anche quello di rendere superato il referendum previsto per il mese di giugno.

Il testo dell’emendamento recita: «Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare».

Le prime reazioni
Soddisfatto il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, per il quale questa grande vittoria del movimento antinucleare, deve essere «la spinta decisiva per avviare un nuovo piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili, che escluda definitivamente il ritorno all’atomo». Cogliati Dezza ha poi assicurato che le associazioni continueranno a «vigilare affinché il nucleare cacciato ora dalla porta non si riaffacci dalla finestra, magari tra un anno, quando le acque si saranno calmate e l’incubo di Fukushima sarà meno opprimente».

Il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, ha commentato: «Il Governo ha paura dell’opinione degli elettori. È un caso di “furbizia preventiva” che coglie un dato reale: la forte opposizione degli italiani al nucleare».

Molti dei commenti di ministri ed esponenti della maggioranza svelano il “trucco”: cercare di prendere tempo, abrogando solo alcuni punti della legge, per evitare che gli italiani si esprimano attraverso il referendum e poi tornare a riproporre il nucleare tra un anno. «Questa truffa non è accettabile», commenta Onufrio: «Piuttosto che continuare con queste manovre dilatorie, il Governo dovrebbe abrogare una volta e per sempre tutta la legge sul nucleare, prendendo impegni solenni per promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica».

Quindi, conclude Onufrio, «se il Governo italiano volesse fare seriamente dovrebbe reintrodurre gli incentivi sulle fonti energetiche rinnovabili, al momento completamente paralizzate dallo scellerato decreto Romani. Greenpeace chiede di adottare il sistema tedesco, alzando gli obiettivi per l’eolico e il fotovoltaico».

«La decisione del Governo di abrogare le norme per la riapertura del nucleare in Italia è comunque una buona notizia. Dopo 1028 giorni – pari a 2 anni, 9 mesi e 5 giorni – dalla data del decreto legge n. 112 (del 25 giugno 2008) che rilanciava il nucleare in Italia, dopo decine di dichiarazioni caratterizzate da inossidabili certezze, dopo aver messo a rischio proprio nella prospettiva del nucleare anche la crescita delle energie rinnovabili, il Governo ci ripensa». Queste le prime valutazioni del Wwf in seguito alla notizia che il Governo intende abrogare le norme che avrebbero reintrodotto il nucleare in Italia.

«Fin troppo evidenti i motivi di questa scelta, ma nel merito è comunque una straordinaria vittoria del Paese che ha dato un segnale inequivocabile con la mobilitazione referendaria – prosegue la nota – occorre ora vedere in quali tempi e su quali contenuti si svilupperà il dibattito parlamentare, per evitare che si celino trappole che possano tra qualche mese o anno far riaffacciare l’ipotesi nucleare sulla quale certamente il referendum avrebbe messo una pietra tombale. Il tempo trascorse invano ha inciso sicuramente sullo sviluppo del Paese. Ora occorre assolutamente dettare tempi certi e condivisi per la definizione di una strategia energetico – ambientale che vada ben oltre la formulazione di un mix energetico. Occorre evitare che si concretizzi l’ipotizzato taglio degli incentivi per le fonti rinnovabili dando certezza alle imprese che operano in questo settore e scegliendo con determinazione la prospettiva delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica come asse strategico del nostro futuro».

«Per quanto riguarda i referendum, il WWF rilancia la sfida sull’acqua e ricorda a tutti che il movimento che ha portato ai referendum è radicato, trasversale, motivato. E’ anche questo è un tema di assoluta importanza, simbolo anche di una tendenza alla privatizzazione spinta che mette in gioco anche beni comuni essenziali da cui dipende la qualità della vita di tutti».

E tu cosa ne pensi della retromarcia del governo sul nucleare? Vota il sondaggio qui a fianco.


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