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Sostenibilità sociale e ambientale

3° quesito: nucleare

di Redazione

Il titolo del referendum sul nucleare, riformulato dalla Corte di Cassazione alla luce delle norme introdotte con il decreto Omnibus, sarà:

«Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare». Il testo del quesito dice: «Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?»

VOTA SI’: chi è contrario al ritorno del nucleare in Italia

VOTA NO: chi è favorevole al ritorno del nucleare in Italia

Il comitato “vota SI per fermare il nucleare” spiega le ragioni del voto abrogativo. Eccone alcune:

1. Le centrali nucleari non sono sicure
Non stiamo parlando solo di Fukushima, ma anche di nuovi reattori. Sono già tre le agenzie europee per la sicurezza nucleare che hanno bocciato il reattore EPR di Areva, lo stesso che Enel vorrebbe costruire in Italia: sono la britannica HSE’sND, la finlandese STUK e la stessa agenzia francese ASN.

2. Anche se siamo circondati da reattori non significa che costruirli in Italia manterrebbe inalterato il rischio
Il rischio in caso di incidente nucleare è puntuale, ovvero è tanto maggiore quanto si è più vicini alla sorgente di radiazioni. E Fukushima ne è un esempio. Inoltre, va segnalato che molti paesi stanno, al contrario, abbandonando l’atomo, come la Svizzera e la Germania. 

3. La questione delle scorie nucleari non è risolta
Attualmente non esistono soluzioni valide. Dalla “vetrificazione” ai depositi definitivi, nulla sembra funzionare. Pensate che negli Stati Uniti è dal 1978 che si sta studiando un deposito definitivo per le scorie radioattive a più alta intensità nel sito di Yucca Mountain, nel deserto del Nevada. I suoi costi di costruzione supereranno i 54 miliardi di dollari e non è affatto certo che entrerà mai in funzione.

4. Il nucleare non costa meno e i numeri dimostrano che nel mondo non vi è alcun rilancio.
Le stime più recenti fatte negli Stati Uniti dimostrano che al 2020 il costo del kilowattora nucleare da nuovi impianti sarà maggiore del 75% rispetto a quello del gas e del 27% rispetto all’eolico. Tutto a carico dei contribuenti. Non solo, in termini relativi il peso del nucleare nella produzione globale di elettricità è sceso dal 17,2% del 1999 al 13,5% del 2008 (International Energy Agency, 2010). Siamo veramente sicuri che sia l’energia del futuro?


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