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Sostenibilità sociale e ambientale

Giretto d’Italia al via

Fino al 6 maggio 27 città in gara nel primo Campionato nazionale della ciclabilità urbana

di Redazione

Al via il Giretto d’Italia, da oggi fino a venerdì 6 maggio si corre il primo Campionato nazionale della ciclabilità urbana che vedrà sfidarsi tra loro 27 città. Per vincere non serve andare veloci, ma è indispensabile essere in tanti, la maglia rosa andrà ai Comuni dove si contano più ciclisti in circolazione e dove la bici è un mezzo di trasporto a tutti gli effetti. I giudici di gara sono Legambiente, Fiab e Cittainbici che, insieme alle amministrazioni locali e col patrocinio del Ministero dell’Ambiente, effettueranno tra il 3 e il 6 maggio un monitoraggio straordinario dei mezzi utilizzati per muoversi nei centri urbani. Check point dislocati in punti diversi del territorio comunale permetteranno di capire, in ognuna delle 27 città, qual è la percentuale di spostamenti in bici e assegnare la maglia rosa alle migliori (la premiazione sabato 7 maggio).

 

Il Giretto d’Italia è diviso in 3 gironi (città grandi, medie e piccole) e come in una corsa a tappe vedrà i centri urbani gareggiare scaglionati in giorni diversi. Oggi corrono Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Bolzano, Trento, Padova, Ferrara, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Pordenone, Udine, Monfalcone, Lodi, La Spezia, Pisa, Grosseto e Senigallia. Il 5 maggio è la volta di Verona, Bari, Vicenza, Modena e Carpi. Chiude Schio il 6 maggio.

Come si può vedere scorrendo i nomi delle città, soprattutto le medio-piccole, a questo primo campionato nazionale della ciclabilità urbana partecipa una sorta di serie ”A” delle biciclette. In Italia, infatti, gli spostamenti in bici rappresentano solo il 3,8% del totale mentre in molti dei Comuni del Giretto d’Italia si supera con facilità il 10% o anche il 20%. Testimonial del Giretto sono i Tétes de Bois, vincitori di due Premi Tenco, gruppo che ama e insegue la bici sin dall’inizio della propria avventura musicale, e lo scrittore ferrarese Diego Marani, autore tra l’altro de La bicicletta incantata. 

Alla vigila della manifestazione sindaci e assessori hanno raccontato le loro esperienze di mobilità sostenibile nel dossier ‘Good Bikes’ curato dall’associazione del cigno verde.

Accanto a strategie, infrastrutture, servizi, incentivi, regole e progetti per la bicicletta il rapporto presenta anche un Abbecedario di curiosità e suggerimenti per valorizzare l’uso urbano dei pedali. Un’antologia ricca di informazioni e curiosità. Così si scopre che la prima pista ciclabile d’Italia è probabilmente quella di Vicenza che risale al lontano 1960, che nelle rotonde di Padova i ciclisti hanno uno spazio riservato; a Bolzano invece è nato un fortunato logo che caratterizza tutto quello che riguarda la bicicletta: dalla segnaletica fino a tutte le attività e i servizi.

Bologna ha migliorato la sicurezza dei pedali con le case avanzate (zone d’attesa davanti agli incroci riservate ai ciclisti), a La Spezia il bike sharing fornisce un effettivo contributo alla sostenibilità degli spostamenti interni alla città, Reggio Emilia ha puntato sulla Zona 30 (limite di velocità dei 30 Km orari per i veicoli a motore) e ha consentito nei sensi unici la circolazione delle biciclette in senso opposto a quello di marcia. Modena invece sta sperimentando i depositi protetti gratuiti, mentre a Ferrara esiste già da 10 anni la Carta ciclabile, uno stradario della rete per le due ruote con i comportamenti corretti da tenere, la segnaletica dedicata ai ciclisti e le informazioni sui servizi.

Insieme alle esperienze virtuose un particolarissimo Abbecedario, dove ad ogni lettera dell’alfabeto corrispondono uno o più modi per favorire la ciclabilità urbana. Azioni che vanno oltre gli interventi di carattere strutturale come la realizzazione di piste ciclabili, percorsi protetti e parcheggi d’interscambio e che spaziano nei campi della cultura, del turismo, dello spettacolo e dei servizi. Dalla A di Attraversamenti ciclabili per favorire la precedenza dei ciclisti fino alla Z di Zona 30 che abbassa il limite di velocità dei mezzi a motore in alcune vie, nell’A-bici di Cittainbici, Fiab e Legambiente ci sono molte idee che si possono realizzare per incentivare l’uso della bicicletta.

Così alla lettera B troviamo servizi come il BiciBus, il BiciTaxi e il Bike Messengers. Il primo, a Reggio Emilia, ”porta a scuola” circa 600 ragazzi che si recano con la loro bicicletta al capolinea o alle fermate intermedie di uno dei 30 percorsi di BiciBus e poi in gruppo, insieme agli accompagnatori, raggiungono una ventina d’istituti. Con oltre 350 volontari accompagnatori, il servizio funziona dall’inizio alla fine dell’anno scolastico e coinvolge la metà delle elementari reggiane.

A Roma, invece, alla guida di otto BiciTaxi (risciò a pedalata assistita) ci sono dieci detenuti ed ex detenuti che portano quotidianamente a spasso turisti e cittadini per le strade del centro storico capitolino. I veicoli a tre ruote sono stati comprati dal Ministero della Giustizia e l’idea è quella di far scontare la pena all’esterno del carcere, favorendo al tempo stesso il reinserimento lavorativo dei detenuti e la mobilità sostenibile. E infine la posta arriva in bicicletta a Milano dove un gruppo di disoccupati ha creato la Ubm, Urban Bike Messenger Milano, un servizio di pony a pedali che serve un centinaio di clienti (tra cui Prada, Legambiente, Coldiretti, Milano Bicocca, Lush, Dolci advertising, Europ assistance). In Lombardia, inoltre, ci sono 700 postini ciclisti di Tnt Post, che percorrono dai 30 ai 40 km al giorno, con un carico massimo di 25 kg.

La C è la lettera di Corsie preferenziali per Bus e Taxi aperte al passaggio delle biciclette, cosa che succede già da qualche tempo a Varese, che ha emanato per questo un’apposita ordinanza. E scorrendo il prontuario c’è un metodo, un’organizzazione o un evento per ogni lettera: alla D i dissuasori di velocità, alla F la bicicletta a scatto fisso, fino ad arrivare alla L dove troviamo i ladri di biciclette. Contro il fenomeno dei furti, purtroppo molto diffusi, è stato messo a punto, ad esempio, il Registro Italiano Biciclette: un’anagrafe nazionale dove la bici viene registrata con tutti gli elementi caratterizzanti (foto, descrizione, codice del lotto di produzione della ditta, segni particolari, eventuale marchiatura o microchip inserito, ecc.).

La parola chiave con la N è Noleggio. Nel nostro Paese, infatti, il bike sharing c’è in un centinaio di Comuni, ha una flotta di circa 4.000 velocipedi e 40mila utenti. Tra le tante voci alla P meritano sicuramente di essere ricordati il Parco di educazione alla mobilità, che vede tra i progetti più interessanti il corso annuale organizzato a Reggio Emilia dall’associazione Tuttinbici per insegnare agli adulti che non ne hanno avuto modo, d’imparare ad andare in bicicletta e la Polizia locale in bicicletta. A Milano, per esempio, sono già trecento le biciclette a disposizione dei vigili: una dotazione congrua per i circa novecento agenti ciclisti che percorrono così in breve tempo le viuzze e le strade più trafficate del centro città.

Passando per la Q di Quartieri senz’auto, la R di Rampe e Rotatorie e la S di Segnaletica, alla T troviamo Treno+bici. Una combinazione vincente in Trentino dove un bikepass favorisce l’utilizzo combinato di bici a noleggio, autobus e treno, permettendo di effettuare un viaggio unico con i mezzi del trasporto pubblico locale ai clienti dei noleggi biciclette. L’A-bici termina con la Z di Zone 30, un successo nel quartiere Mirafiori Nord di Torino dove, da quando è stata ridotta la velocità massima di 20 Km/h, gli effetti sulla sicurezza stradale sono stati straordinari: nel 2010 zero incidenti gravi, rispetto ai 15 sinistri con feriti registrati in media negli anni col limite a 50 all’ora.


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