Sostenibilità sociale e ambientale

Discarica Bussi: luci e ombre sul processo

Lo scrivono Legambiente e Wwf in una nota congiunta

di Redazione

«Dopo un’udienza preliminare protrattasi per quasi due anni, la decisione del Giudice per l’Udienza Preliminare in merito ai rinvii a giudizio nel procedimento sull’inquinamento della discarica di Bussi in provincia di Pescara contiene elementi positivi e negativi». Così si legge in una nota congiunta di Legambiente e Wwf. Le due associazioni ambientaliste spiegano che «è sicuramente importante e positivo che i rappresentanti dei massimi vertici aziendali di potenti multinazionali siano stati rinviati a giudizio per reati ambientali dinanzi al Tribunale di Pescara. Si avrà così un processo che, se procederà celermente ed eviterà la prescrizione, farà emergere le responsabilità e servirà a stabilire la verità in merito al disastro ambientale ed all’adulterazione delle acque destinate all’alimentazione umana protrattasi per anni».

«Molto positivo», proseguono Legambiente e Wwf «è anche il riconoscimento che nei prelievi dal Campo Pozzi Sant’Angelo in più occasioni sono stati superati i limiti stabiliti per le acque potabili. Si conferma così la validità della battaglia condotta dalle associazioni ambientaliste per la chiusura di quei pozzi e per la loro sostituzione con risorse idriche provenienti da zone non contaminate. Resta però forte l’insoddisfazione per quanto riguarda la decisione in merito al capo “C” relativo alla somministrazione delle acque, sul quale, inspiegabilmente, non era stata ammessa la costituzione di parte civile delle associazioni ambientaliste che quindi non hanno potuto fornire alcun contributo in questa fase».

Su questo punto, secondo Legambiente e Wwf non appaiono condivisibili le conclusioni a cui è giunto il giudice dell’udienza preliminare, in particolare per quanto attiene alla miscelazione delle acque. «Altrettanta preoccupazione deriva dalla trasformazione del reato ipotizzato, da avvelenamento ad adulterazione, più lieve e prescrivibile in minor tempo», concludono. «Nei prossimi giorni procederemo ad una più attenta analisi delle motivazioni della decisione del giudice preliminare al fine definire le azioni da intraprendere, non escludendo un eventuale ricorso davanti alla Corte di Cassazione. Nell’immediato resta sempre prioritaria la necessità di procedere alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito inquinato».


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