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Caro Maroni, nessuna regolamentazione alla prostituzione

Una lettera della Comunità Giovanni XXIII

di Redazione

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, pur condividendo il proposito del ministro Roberto Maroni di risolvere il problema della prostituzione su strada, indicandolo come priorità del decreto sulla sicurezza, sottolinea innanzitutto l’importanza di liberare le donne vittime della tratta schiavizzata, contro ogni forma di regolamentazione del fenomeno.

«Uno Stato non può mettersi dalla parte degli sfruttatori e delle organizzazioni criminali lucrando e sfruttando il corpo di migliaia di immigrate, spesso minorenni, dentro appositi “recinti” chiamati eros center o quartieri a luci rosse, né all’interno di night e “case chiuse”. Il fenomeno va sradicato sia lungo i marciapiedi delle nostre città sia al chiuso, dove viene alimentato dalla connivenza di gestori ed affittuari. Come affermava il nostro fondatore don Oreste Benzi, per risolvere il dramma della prostituzione, prima bisogna liberare le schiave dalle strade, che subiscono soprusi e violenze di ogni genere e, solo dopo, pensare a coloro che eventualmente esercitano il meretricio per libera scelta».

«La nostra Associazione, che da molti anni si adopera per accogliere ed assistere le ragazze sfuggite dal racket, continua ad appoggiare il disegno di legge proposto dal Ministro delle Pari Opportunità,  Mara Carfagna, il quale vuole combattere drasticamente il fenomeno della prostituzione su strada non permettendo alcun tipo di legalizzazione e regolamentazione. Il ddl intende contrastare in modo risoluto la terribile domanda che produce una così grande offerta di giovanissime donne sfruttate come carne da usare per scopi sessuali. Le tante donne, arrivate in Italia con la speranza di riscattare un passato di povertà attraverso un onesto lavoro, meritano di essere aiutate a riacquistare la loro dignità».

 


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