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Sostenibilità sociale e ambientale

Gli italiani agiscono con responsabilità per non inquinare

È quanto emerge da un'indagine globale svolta da Nielsen sulla fiducia dei consumatori

di Redazione

Gli italiani e l’inquinamento? Preoccupati sicuramente lo sono, ma anche consapevoli che i loro comportamenti a casa e davanti agli scaffali dei negozi influenzano il contributo per la tutela dell’ambiente. In molti casi più della media mondiale dei consumatori. È quanto emerge da un’indagine globale svolta da Nielsen sulla fiducia dei consumatori condotta tra il 23 marzo e il 12 aprile 2011 in 51 Paesi in Europa, America Latina, Medio Oriente, Africa, Nord America, Asia-Pacifico, e illustrata a oltre 400 manager dell’imprenditoria italiana e mondiale, nella giornale finale del Convegno Linkontro, la tre giorni di incontri e dibattiti che si è svolta al Forte Village di Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari. La ricerca è stata presentata nel corso di un dibattito coordinato dalla direttrice di Food, Maria Cristina Alfieri, che ha introdotto i lavori, affermando che «sia i sondaggi fatti sui consumatori, sia quelli condotti sui top manager delle più grandi imprese a livello internazionale, dimostrano che la responsabilità sociale d¹impresa è ormai una priorità per tutti. I consumatori chiedono garanzie che i prodotti acquistati siano a basso impatto ambientale e sociale, i manager ritengono che la sostenibilità sia una mission strategica fondamentale, un terreno sul quale mettere alla prova la capacità innovativa delle imprese, un requisito imprescindibile per acquisire credibilità nei confronti di tutti i propri stakeholders, siano essi consumatori, clienti, fornitori o dipendenti».

Il dibattito ha visto la partecipazione di Luca Molinari (Università di Napoli), Richard Davis (Client and project Manager Aegis Media), Maura Latini (Vice Presidente Coopm Italia), Giorgina Gallo (Amministratore Delegato L’Oréal), Felice La Salvia (Presidente Natura Sì’) e Leo Wencel (Presidente Nestlé) Le maggiori preoccupazioni degli italiani rispetto all’ambiente? Al primo posto la condizione che ognuno di noi vive in prima persona, quella dell’inquinamento dell’aria (86% rispetto al 78% della media globale), quindi l’inquinamento dell’acqua (86% contro il 75% della media mondiale) che sperimentiamo sia nella nostra territorialità che a livello globale, basti pensare alle conseguenze dell’immissione di tonnellate di liquidi radioattivi nel mare che costeggia il nord del Giappone, l’uso dei pesticidi (80% rispetto al 70%). Seguono la preoccupazione per il surriscaldamento del globo (77% vs 70%) e per la mancanza d’acqua (77% degli italiani, mentre la media mondiale è del 73%)

Un altro timore però si è sviluppato nelle coscienze degli italiani ed è quello delle conseguenze di come le aziende si muovono rispetto all’ambiente. Il 79% ad esempio (rispetto a una media mondiale pari al 73%) si dice preoccupato anche per gli sprechi del packaging. Per l’88% degli italiani, ben il 5% in più rispetto alla media globale, è molto o abbastanza importante che le aziende implementino programmi per migliorare l’ambiente.

Plaudono quindi alle iniziative promosse dalle aziende con un impatto positivo sull’ambiente, come i prodotti in packaging riciclabili (90%, il 3% in più rispetto alla media totale), quindi i prodotti ad efficienza energetica (85%), i prodotti fabbricati localmente (86% vs 83%), i prodotti acquistati presso i farmer’s market (84% vs 83%), i prodotti con poco o senza packaging (79% vs 69%), i prodotti biologici (63%). Apprezzamento anche per i prodotti non testati sugli animali (58% vs 40%) e per quelli del commercio equo e solidale (54% vs 51%).

Un’area grigia emerge però quando si chiede agli italiani di metter mano al portafoglio: meno di un connazionale su quattro (il 23%, percentuale comunque allineata rispetto alla media globale) è disposto a spendere di più pur di comprare prodotti eco sostenibili. Restano in maggioranza chi acquista prodotti non eco sostenibili perché economici (37%) e chi compra qualsiasi prodotto che abbia come discriminante il miglior rapporto tra qualità e prezzo (sempre il 37%).


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