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Cooperazione & Relazioni internazionali

Maglia nera per l’Italia

Così il rapporto 2010 dell'Agenzia europea per i diritti fondamentali diretta dal danese Kjaerum Morten

di Joshua Massarenti

Alla faccia della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, diventata dal 2009 giuridicamente vincolante per l’UE e i suoi Stati membri per quanto concerne l’applicazione e l’interpretazione del diritto dell’Unione. Secondo il rapporto presentato stamane a Strasburgo dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), dopo Romania, Pologna e Bulgaria, l’Italia è lo Stato membro UE con il più alto numero di violazioni dei diritti fondamentali. Inoltre, sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti di asilo, il nostro paese è assieme alla Grecia e al Belgio la maglia nera dell’Ue.

Nella sua edizione 2010, la FRA – che esamina la situazione dei diritti fondamentali nell’UE nel 2010, delineando i principali sviluppi giuridici e politici a livello europeo e nazionale, e analizzando gli impegni assunti dagli Stati membri dell’UE a livello internazionale in materia di diritti fondamentali – si è concentrata su tre tematiche: la migrazione e l’asilo; i rom e la protezione dei dati. Sul fronte migratorio, il rapporto segnala che “il 2010 ha registrato un’emergenza alla frontiera terrestre greco-turca, dove ha avuto luogo un gran numero di attraversamenti irregolari della frontiera dell’UE. Le autorità greche hanno avuto notevoli difficoltà a fornire condizioni di accoglienza che soddisfacessero le norme sui diritti fondamentali, e a garantire che i migranti bisognosi di protezione ricevessero una reale opportunità di chiedere asilo. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha considerato che le condizioni di detenzione dei migranti in Grecia violassero l’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, che vieta la tortura e i trattamenti inumani e degradanti”.

Per alleviare la pressione migratoria su un singolo Stato membro e rispettare gli obblighi giuridici in materia di diritti fondamentali, i paesi membri dell’Ue non hanno altra scelta se non quella di condivedere le responsabilità attraverso “un sistema comune europeo di asilo, che dovrebbe essere completato entro il 2012 e che, pertanto, richiederà il compimento di importanti passi in avanti nel 2011”.

Per quanto riguarda i rom, essi “continuano ad essere il gruppo minoritario nell’UE maggiormente soggetto a discriminazione” sostiene l’Agenzia europea per i diritti fondamentali. Questa minoranza etnica continua “ad affrontare livelli di occupazione più bassi, condizioni abitative inadeguate, barriere all’assistenza sanitaria e segregazione nei sistemi scolastici. Ciò impedisce ai Rom di godere di un tenore di vita comparabile a quello del resto della popolazione europea. Gli sforzi compiuti a livello europeo e nazionale devono essere intensificati per promuovere l’eguaglianza e combattere la discriminazione. Attraverso la raccolta di dati, la ricerca e la propria competenza, l’Agenzia sta assistendo la Commissione europea e gli Stati membri nella valutazione dell’impatto delle loro politiche di inclusione dei Rom”.

Il rapporto della FRA propone “una serie di suggerimenti su come integrare con successo le comunità Rom, ad esempio garantendo che la direttiva europea sull’uguaglianza razziale sia pienamente attuata per combattere la discriminazione nell’occupazione e nell’accesso ai servizi”.


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