Sostenibilità sociale e ambientale

Rischi per la popolazione oltre la fascia del 20 km

Nuova mappa delle zone a rischio, nuovi centri rientrano tra quelli da evacuare

di Redazione

I rischi per la popolazione giapponese attorno alla centrale di Fukushima non sono limitati entro un determinato raggio della centrale, ma si estendono in maniera diversa a seconda del vento e delle montagne. Una complicata realtà di cui si sta rendendo conto il governo giapponese, che ha avviato controlli di radioattività casa per casa in alcuni centri abitati risultati a rischio anche se situati i ben oltre la fascia di 20 chilometri entro la quale è stata resa obbligatoria l’evacuazione.

La nuova mappa delle zone a rischio presenta ora delle estensioni che arrivano anche fino a 56 chilometri di distanza dalla centrale. Giovedì scorso il segretario di gabinetto Yukio Edano ha raccomandato l’evacuazione di nuovi centri considerati a rischio, dove da questo weekend sono iniziate misurazioni casa per casa. Vi sono località come Ohara, un villaggio di montagna di 120 abitazioni a 30 chilometri dalla centrale, dove si è registrata una forte variabilità di esposizione alle radiazioni: in una casa si registrano ad esempio 3,65 microsievert l’ora, in un’altra si arriva a 11,3.

L’esposizione massima consentita per la salute è di 20mila microsievert di radiazioni l’anno. Per stimarla, le autorità giapponesi calcolano che una persona sia fuori casa otto ore al giorno, trascorrendo le altre 16 al chiuso con una esposizione ridotta del 60%. Ma a complicare il calcolo, il tasso di radioattività è stato molto più alto nei primi 74 giorni dopo l’esplosione del 12 marzo alla centrale, provocata dalla conseguenze del sisma e lo tsunami del giorno prima. A Ohara si stima una esposizione di 6.600 microsievert per quei giorni.  


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