Sostenibilità sociale e ambientale

WWF: il Parco non sia merce di scambio

Per l'associazione serve unità’ di gestione per tutelare la biodiversità, orso bruno in testa

di Redazione

Alla vigilia della verifica di governo, nei giorni in cui la maggioranza si sta contando per verificare la sua tenuta, il WWF Italia teme che il Parco Nazionale dello Stelvio ritorni a essere merce di scambio e che non venga invece tenuta in giusta considerazione la vocazione transnazionale auspicata dal mondo scientifico, dagli ambientalisti e da chiunque abbia a cuore la gestione efficace, efficiente ed economicamente sostenibile dei valori naturalistici di quell’area.
L’appello del WWF al Governo e alle autonomie locali, è che lo Stelvio torni a essere un Parco Nazionale, punto di riferimento in Europa per la conservazione di importanti valori naturali.

Da parte del’associazione si chiede che i politici abbiano maggior rispetto per quel territorio ed escano dalle logiche di spartizione di incarichi o poltrone ma collaborino per la migliore realizzazione delle finalità per cui il parco è stato istituito.

Il ritorno dell’orso sul territorio del Parco dello Stelvio è l’ennesima prova di come il frazionamento amministrativo di quel territorio sia una vera assurdità soprattutto dal punto di vista naturalistico. Il WWF si è impegnato a fare con numerosi altri partner attività di sensibilizzazione, prevenzione dei danni, armonizzazione delle politiche di compensazione dei danni e di gestione della zootecnia, coordinamento del monitoraggio e gestione di eventuali soggetti di orso particolarmente confidenti.
Questo sarà possibile grazie al progetto Life Arctos, finanziato dall’Unione Europea, che vede diversi partner sulle Alpi come sull’Appennino, la Regione Lombardia, la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, La Regione Abruzzo e la Regione Lazio, il CFS, l’Università di Roma e il Parco Adamello Brenta oltre al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che ne è il capofila. Anche l’Europa quindi si è impegnata a finanziare un progetto a favore dell’Orso riconoscendo l’importanza di quel territorio.

La salvaguardia dei grandi carnivori come l’orso, il lupo, e più in generale l’importante biodiversità alpina la lince infatti, non solo richiede grandi estensioni territoriali, ma anche uniformità delle misure di tutela  che solo un unico ente gestore può garantire.

Sono passati ormai mesi dalla notizia del frazionamento del parco in due parchi provinciali e uno regionale. In poche parole della cancellazione di uno dei più importanti parchi storici italiani. E pensare che da sempre si è parlato dello Stelvio come parco transnazionale, il più grande e importante delle Alpi Centrali, proprio per tentare di avere un territorio esteso oltre i confini italiani, confini che l’orso non conosce e non rispetta. Oggi invece, i confini sono provinciali!

Il modello di gestione proposto nei mesi scorsi si discosta in vari punti dalla legge quadro sulle aree protette, la l. 394/91, si pensi alla presenza delle associazioni ambientaliste nei consigli direttivi degli Enti Gestori, non prevista nel dlgs approvato dal Governo! E questo rappresenta una violazione delle prerogative dello Stato di dettare i criteri  uniformi di tutela della natura. Questo principio prevale anche rispetto alle ragioni delle autonomie pertanto il WWF ritiene che il decreto legislativo sia non solo fallimentare per la tutela della natura, ma anche incostituzionale.

Se si pensa poi al motivo di questa scelta, viene proprio da chiedersi quale importanza dia il nostro Paese alla conservazione della natura. Lo smembramento del parco venne infatti inserito in un pacchetto di concessioni al Sud Tirol Volks Partei in cambio dell’astensione sulla fiducia al Governo il 14 dicembre 2011. Ricorda il WWF. Il decreto non è mai stato promulgato dal Presidente della Repubblica che sembra aver espresso dei dubbi circa il rispetto delle autonomie, soprattutto in riferimento alla  Regione Lombardia.


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