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Politica & Istituzioni

Manovra, occhio ai dettagli

Molte proposte di Trremonti sono a forte impatto sociale

di Franco Bomprezzi

La manovra finanziaria del Governo, o meglio, del ministro Tremonti, prende forma, in giornate di grande tensione politica, con il Governo battuto ieri due volte alla Camera, per l’assenza di molti deputati del Pdl e dei Responsabili. In questo clima proviamo a trovare, sui giornali di oggi, gli elementi concreti che caratterizzeranno la manovra.

“Tanti assenti, governo battuto” è il titolo che apre il CORRIERE DELLA SERA. Nel catenaccio si parla della manovra: “Tassa sulle transazioni finanziarie, superbollo sui Suv”, e i contenuti delle misure proposte da Tremonti sono trattati alle pagine 8 e 9. “Tassa sui Suv e stretta sulle banche” è il titolo a effetto che apre pagina 8. Nel pezzo di Mario Sensini il dettaglio: “L’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne nel settore privato, a partire dal 2020, la nuova tassa dello 0,15%sulle transazioni finanziarie, il superbollo sui Suv e le auto di grossa cilindrata, e l’ennesima “spazzolata”alle Regioni, agli enti locali e alle banche. Alle quali, tuttavia, il governo concede in cambio un’opportunità per rafforzare il proprio patrimonio. Queste le principali novità che emergono dall’ultima bozza del decreto per la correzione dei conti pubblici che arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri insieme al disegno di legge delega per la riforma fiscale”. Interessanti le schede di pagina 9. “Torna il «fissato bollato» tredici anni dopo”, e poi una scheda sulla scure che si dovrebbe abbattere sugli ordini professionali (ma che c’entra con la manovra?). Ma soprattutto: “Scuola a maglie strette per disabili e sostegno”. Leggiamo: “Salta il tetto al numero degli alunni nelle classi dove ci sono ragazzi disabili. Oggi, dice la legge peraltro non sempre rispettata, possono essere al massimo 20. Ma dall’anno prossimo si dovrà rispettare solo il limite per le classi senza disabili: 29 alla materna, 27 alle elementari, 30 dalle medie alle superiori. Lo stabilisce la bozza della manovra, precisando che dall’anno prossimo la nuova regola varrà solo per le prime classi (come la prima elementare o la prima media) e a patto che sia garantito il rapporto di un insegnante di sostegno per ogni studente disabile. In generale il rapporto resta di due studenti per ogni insegnante di sostegno — come stabilito nella Finanziaria 2007 dal governo Prodi, con una norma poi bocciata dalla Corte costituzionale — e saranno ancora possibili le deroghe per «assicurare la piena tutela dell’integrazione» . Stretta sulle procedure per ottenere la certificazione della disabilità, con l’aggiunta nelle commissioni di un funzionario dell’Inps. Mentre si prevede, in futuro, di coinvolgere nell’integrazione dei disabili non solo gli insegnanti di sostegno ma anche quelli delle materie normali, raccogliendo una proposta di Fondazione Agnelli, Caritas e Associazione TreeLLLe. «Non ci sono tagli— dice il ministro dell’Istruzione — è un provvedimento che non toglie ma garantisce nuovi servizi» . Di parere opposto Manuela Ghizzoni, Pd: «Una rivoluzione a tradimento che colpisce i più deboli»” . Altro pezzo di Sensini a pagina 9: “L’accertamento esecutivo slitta da luglio a ottobre. Quote latte, niente riscossione”. Scrive il giornalista economico: “Alla fine il governo ha ceduto. Le nuove e severissime norme sulla riscossione delle imposte, che sarebbero dovute scattare domani, primo luglio, entreranno in vigore solo il prossimo primo ottobre. Il rinvio di tre mesi, previsto dalla manovra che oggi sarà discussa dal Consiglio dei ministri, ha una giustificazione tecnica, quella di riorganizzare e rafforzare nel frattempo la giustizia tributaria, ma anche un forte sapore politico. Da tempo la Lega Nord, che aveva già indotto l’esecutivo ad addolcire quelle norme con il decreto sviluppo appena approvato, insisteva per il rinvio del nuovo regime. Così come il nuovo ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano, dei Responsabili, premeva per allentare la morsa dei fisco sugli agricoltori. La prova che le pressioni politiche hanno funzionato a dovere sta in un’altra piccola, ma significativa correzione alle norme sulla riscossione. Equitalia, secondo l’ultima bozza del testo della manovra sui conti pubblici, rinuncerà infatti, da subito, alla riscossione coattiva delle multe sulle quote latte”. Insomma, sensazione di forti con i deboli, e deboli con i forti.

LA REPUBBLICA dà il titolo forte alla politica (“Governo nel caos, battuto in aula”) e quello in taglio centrale alla manovra: “Scuola, a rischio 100mila posti Stangata su banche e auto di lusso”. I servizi alle pagine 6 e 7. «Ancora non è stato digerito l’annuncio del ritorno in grande stile del ticket», scrive Roberto Petrini, «che spunta una nuova imposta sui Suv e sulle auto di grossa cilindrata… in attesa della riforma della tassazione delle rendite finanziarie, un colpo viene assegnato alle compravendite di titoli (esclusi i Bot): torna il “fissato bollato”, microtassa dello 0,15% per chi compra e vende azioni e obbligazioni». Una manovra ancora in fieri, suggerisce Petrini, nella quale entrano man mano nuove iniziative: la tassazione al 35% dell’attività di trading delle banche (quella che non fanno per conto terzi), un inasprimento delle sanzioni per i titoli di sale da gioco, il Bingo telematico, il poker sportivo, il blocco del turn over dei dipendenti pubblici, la riduzione dell’intervento degli insegnati di sostegno. D’altro canto però si ammorbidisce, come chiesto dalla Lega, l’innalzamento della pensione per le donne, si introduce la sanatoria per le liti fiscali fino a 20mila euro, mentre la riscossione coattiva delle quote latte, come chiesto dalla Lega, non sarà più fatta da Equitalia. Per quanto riguarda la scuola, il dossier di Salvo Intravaia spiega le novità: «niente immissioni in ruolo e concorso a preside, rivoluzione nelle direzioni didattiche e nelle scuole medie di tutta la penisola, piccole scuole costrette a tirare avanti con un preside a tempo parziale, blocco dello stipendio per tre anni e mano pesante sul sostegno a favore degli alunni disabili». Un impatto sulla scuola per il quale il condizionale è d’obbligo. La Gelmini tenta di rassicurare: «al momento nessun taglio agli organici della scuola, ai fondi per l’università e sui finanziamenti alla ricerca è previsto nella manovra economica attualmente in discussione che sarà presentata in Consiglio dei ministri».

Il direttore Alessandro Sallusti su IL GIORNALE firma un duro editoriale contro quei deputati che ieri hanno disertato l’Aula di Montecitorio, costringendo il governo a subire l’ennesima figuraccia. «Il problema non è politico» ci tiene a precisare Sallusti. Sarà. E aggiunge: «Dicono che Berlusconi sia fuori dalla grazia di Dio. Mi preoccupa di più che lo siano gli elettori, stufi di fare figuracce e di sentirsi sbertucciati in diretta tv dai Bersani di turno». Per concludere con: «C’è la manovra, e il centrodestra potrebbe trovarsi nella non facile situazione, se le voci delle ultime ore saranno confermate, di far digerire al suo pubblico l’aumento della tassa su auto potenti e Suv (i macchinoni simbolo della borghesia rampante) e quella sulle transazioni finanziarie». Intanto a pagina 4 e 5 si fa il punto sulla manovra, “Stretta sui Suv, slitta la nuova previdenza” di Antonio Signorini. Il succo? Continua la trattativa sul pacchetto economico da 47 miliardi: si pagherà per le auto più potenti, aumento dell’età pensionabile operativo dal 2020. Confermata la tassa sulle transazioni finanziarie. Napolitano chiede “convergenza”. Di fianco a stupirsi delle ultime modifiche è Mario Giordano nel suo “Il giallo-pensioni: sparisce la tassa sulle sanguisughe”: «Perché è sparito il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro? Perché è sparita la «tassa sulle sanguisughe»? Nella manovra da 47 miliardi di euro varata l’altro giorno dalla maggioranza ci sono diverse misure sul fronte previdenziale, compreso anche l’innalzamento dell’età pensionabile, che colpisce tutti i cittadini. Manca invece una misura attesa: il balzello sui Paperoni della previdenza, che avrebbe colpito solo quelli che ogni mese incassano dall’Inps 40 o 50mila euro. E pensare che fino all’altra mattina, secondo quanto ci risulta, la misura era inserita in bozza. Poi è scomparsa all’ultimo minuto. Come mai? Chi l’ha tolta? E perché?». Come scrive qualche commentatore oggi: «Quel che è successo in questo mese, dai referendum al caso Bisignani al flop di Pontida, per finire con la finanziaria, non dà l’impressione di una ritirata strategica. Sbaglierò, ma ha tutta l’aria della trattativa di un armistizio. A volersi arrendere non è tanto Berlusconi (tutt’altro che lucido, in questa fase), quanto la classe dirigente che solo due anni fa sembrava dover regnare invincibile fino alla salita di Silvio al Quirinale e oltre». 

Ampio spazio alla manovra su IL SOLE 24 ORE, che dedica il titolo di apertura in prima a un aspetto della manovra che sta molto a cuore al pubblico del quotidiano di Confindustria “Minisanatoria per le liti tributarie”. Ben sette pagine per analizzare i singoli aspetti della manovra, con un’ampia analisi affidata a Renato Brunetta (“La sfida chiave della produttività”) e il commento politico di Stefano Folli “Il sostegno del Colle, i rischi del Governo”: «Dal presidente della Repubblica è venuto ieri un chiaro sostegno al ministro dell’Economia e al metodo scelto per la manovra economica. Napolitano, che ha festeggiato il suo compleanno nel giorno in cui l’università di Oxford gli ha conferito la laurea “honoris causa” in legge, ha ricordato la recente raccomandazione della Commissione europea. In base a quel testo, i conti pubblici italiani sono sotto controllo fino al 2012 e gli interventi in vista del pareggio di bilancio vanno proiettati sul biennio 2013-2014. Proprio quello che sta avvenendo in questi giorni. In attesa quindi di conoscere nel dettaglio i capitoli dell’operazione, il capo dello Stato ha riconosciuto la coerenza di Tremonti e la sua piena adesione al sentiero tracciato a Bruxelles. Questo non esclude, naturalmente, che il tragitto predisposto nella riunione di Palazzo Grazioli da qui al 2014 non incroci gli interessi politici della maggioranza. Sarebbe strano il contrario, visto che una manovra di queste dimensioni ha bisogno di una coalizione parlamentare assai coesa. E la coesione di una maggioranza sfilacciata e inquieta qual è oggi il centrodestra si misura soprattutto su un punto preciso: la percezione che l’intervento di risanamento, per come viene strutturato, non minaccia a breve termine il consenso politico-elettorale della coalizione».

5 pagine di approfondimenti su ITALIA OGGI da pag. 19 in particolare sull’imposta dell’1.5 per mille sul trading online, sulla stretta all’accesso per il regime dei minimi, sulla fattura semplificata se non supera i 100 euro, sullo  spesometro, sugli studi di settore, sull’addizionale bollo auto e sul filtro delle liti fiscali. Il commento invece  è affidato a Marco Bertoncini. «Quale sia l’esito del Consiglio dei ministri» scrive nella sua nota politica “Quale che sia la manovra sarà comunque monca” «di una cosa si è certi: sia la manovra diluita negli anni, sia la riforma fiscale, saranno rimedi forse incisivi ma privi di quella radicale ristrutturazione che la società richiederebbe». 

Dopo aver dedicato l’apertura di ieri alla manovra, oggi IL MANIFESTO sceglie l’accordo di tutte le sigle sindacali con Confindustria per l’apertura con il titolo “Nuovo testamento” con un sommario che recita “Il «dopo Cristo» di Marchionne nell’accordo che rimette insieme Cgil, Cisl e Uil. In otto punti si riscrivono le relazioni sindacali: i contratti nazionali saranno derogabili, sospeso il diritto di sciopero. Confindustria firma ed esulta: evento storico. Bufera a Corso d’Italia, Camusso sotto attacco difende l’intesa. Il segretario della Fiom Landini al manifesto: «È un arretramento sui diritti, la Cgil ha ceduto. Ora la parola ai lavoratori»”. Alla manovra economica  è dedicato un articolo nelle pagine di politica che sono segnalata in prima pagina puntando alla sconfitta in parlamento della maggioranza “E salta la legge comunitaria”. A pagina 6 sotto il ritratto di Tremonti l’articolo “Nuovi tagli alle Regioni: «Bomba sociale»”. Il focus è sui tagli agli enti locali e alle Regioni: «9 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. Sono alcune delle novità della manovra economica (…)» sulle entrate si sottolineano le novità come una nuova imposta sul trading speculativo, la tassa sui suv e poi l’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie e l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne. La colonna di articolo si conclude: « (…) Per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso si tratta di “una manovra insostenibile, ci mobiliteremo”. (…) Il rischio, continua la Camusso, è lo spostamento del peso della manovra “sul fisco e sull’assistenza”. Per il segretario del Pd Bersani la manovra rappresenta “una bomba sociale”».

“Pensioni rosa: cambio più lento” titola AVVENIRE in prima sulla manovrona che definisce “a orologeria” e nelle tre pagine interne dedicate all’argomento parte subito da Giorgio Napolitano che «vigila dall’alto sulla manovra economica, non nascondendo la sua “sorpresa” per la decisione di affrontare il massimo dei tagli nell’ultimo periodo della legislatura. Durante il discorso a Oxford il presidente della Repubblica non ha mancato di ribadire il suo appello alla responsabilità e all’unità nazionale di fronte a una prova concordata con l’Ue: «Bisogna avere fiducia nell’Italia per creare le condizioni di una convergenza che è necessaria in vista degli sforzi che ci attendono, a cominciare dalla manovra di rientro dal debito». Sulla decisione di spostare alla fine della legislatura il grosso dei tagli, Berlusconi ha spiegato ai suoi collaboratori: «Dovevamo dare un segnale immediato per la ripresa, non potevamo iniziare subito con i tagli, avrebbero avuto un effetto depressivo». Tremonti intanto lima la manovra, nella quale sbarcano lo stop alla riscossione delle multe sulle “quote-latte” e il rinvio di 3 mesi del nuovo accertamento fiscale. Slittamento pure per l’aumento dell’Iva. Sulle pensioni rosa l’età salirà, ma solo a partire dal 2020 con un aumento graduale e assai ritardato. Secondo Tremonti: «Oggi nel pieno di  una crisi che continua partendo dalla Grecia, dobbiamo continuare. Non abbiamo alternative». Dalle opposizioni continuano invece a partire cannonate in direzione della manovra. Per il segretario del Pd Bersani: «È una bomba sociale. La maggioranza ha sempre negato l’esistenza della crisi, ed adesso ci troviamo con una montagna davanti a noi; questa viene semplicemente spostata, con la manovra, al 2013 e 2014, innescando una bomba sulle spese sociali». Bersani ha aggiunto: «La maggioranza e il governo sono allo sbando. Come possono affrontare una manovra in queste condizioni? Davanti agli impegni europei, e internazionali dobbiamo assumere, e spero che lo sappiamo tutti, noi opposizione e loro governo, una linea seria rigorosa che – ha concluso Bersani – metta in sicurezza il Paese». Parole simili dal leader di Sel, Nichi Vendola: «Questa è una patrimoniale sui poveri. L’Europa non ci chiede di prendercela con i poveri, con le classi meno abbienti, con i ceti medi, in un paese con 110-120 miliardi di evasione sarebbe utile fare un discorso serio su come toccare la ricchezza». Per Antonio Di Pietro, infine, si tratta di «una manovra doppiamente criminale, perché «inserisce norme che nulla hanno a che vedere con la quadratura dei conti» e perché «scrivono sulla carta che servono 40 miliardi, ma poi dicono che troveranno i soldi dopo le elezioni». La pagina 10 infine è tutta dedicata alla questione dei ticket sanitari, con il ministro Fazio che difende la tassa sugli ingressi al pronto soccorso e le visite ambulatoriali allo scopo di ridurre il ricorso inopportuno agli ospedali. Ma la politica e le associazioni insorgono accusando di colpire solo i poveri. Carla Collicelli del Censis commenta: «Per il riallineamento dei conti occorre individuare i veri sprechi. Invece che tagli a forte impatto sociale bisogna ridistribuire in modo equo le risorse e puntare alla qualità dei servizi».

Dalle maxitasse su banche e suv alla privatizzazione della Croce Rossa. LA STAMPA parte dalla prima pagina fino alla 8 per illustrare i punti più importanti della manovra finanziaria. Fra le reazioni: “Banchieri in subbuglio: andremo all’estero” titola un articolo a piede di pagina 3, ma sono soprattutto gli enti locali  a reagire alla bozza, che prevede 9 miliardi di tagli (3,5 solo per i comuni) che si aggiungono ai 13 già imposti dalla manovra della scorsa estate e ai tagli indiretti piovuti sugli oltre 8mila comuni italiani causa minori trasferimenti da Roma alle regioni. Sotto la scure dovrebbero finire anche gli ordini professionali, secondo tre articoli della bozza. LA STAMPA dedica una pagina intera alla vicenda della Croce Rossa: il ministro Tremonti sta facendo di tutto per privatizzarla, tanto che ha fatto scrivere un corposo articolo che occupa ben quattro pagine della bozza che prevede che dal 2012 non sarà più un ente pubblico ma avrà «personalità giuridica di diritto privato e piena capacità giuridica e patrimoniale». Ne conseguiranno dei tagli che coinvolgeranno almeno 1600 dipendenti civili e circa 300 militari, tutti con contratto a tempo determinato, a fronte di 1300 dipendenti effettivi che verranno messi in mobilità. Per i sindacati «un’ecatombe sociale» che rischia di mettere a dura prova anche i servizi di emergenza-urgenza assicurati in numerose città italiane dalla Cri.

E inoltre sui giornali di oggi:

CONTRATTI
LA REPUBBLICA – Roberto Mania intervista Maurizio Sacconi sul nodo Fiat, ovvero il conflitto a Pomigliano e Mirafiori. «Importante sia stato raggiunto un accordo sulle regole. D’ora in poi ciascuna organizzazione accetta di assumersi le proprie responsabilità e accetta l’idea che gli accordi possano essere firmati, nel rispetto delle regole, anche senza di essa». Auspica che Fiat non esca da Confindustria.

NO TAV
IL MANIFESTO – Richiamo in prima “«Ci riprenderemo la Maddalena» Domenica l’«assedio»” e quasi tutta la pagina 8 dedicata all’annuncio che, come recita l’occhiello dell’articolo “Domenica la manifestazione a Chiomonte. Il tam-tam su Internet raccoglie 5mila adesioni in poche ore”. «(…) i No Tav hanno fatto una promessa: “Vedrete, ci riprenderemo la Maddalena”. Domenica ci proveranno. E se non ci riusciranno non sarà una sconfitta, ritenteranno ancora, con pazienza e testardaggine, fino al conseguimento di quello che non è un miraggio: “Sarà dura”, urlano in coro. (…)» e continua «(…) Sul web si alternano messaggi di persone che offrono posti in macchina per raggiungere la valle. Un bel segnale che giunge il giorno della nascita di Amelie Marie Maddalena, figlia di una coppia valsusina. L’hanno chiamata così in onore della località di Chiomonte che è diventata simbolo del movimento contro l’alta velocità(…)». Ampio spazio viene dedicato a un intervento di Angelo Tartaglia, docente del Politecnico di Torino “Qualche buona ragione (non manganellabile) Perché la Torino – Lione non ci serve”. Tra le ragioni viene sottolineato da un lato il continuo calo dello scambio merci tra Francia e Italia e il contemporaneo aumento tra Italia e Svizzera o Austria «(…) Mercati di massa e aree di produzione di beni di consumo migrano entrambi verso l’estremo oriente. Di conseguenza il trasporto più conveniente viene a essere quello via mare che si attesta nei porti (…)».

LOBBISMO
ITALIA OGGI– “Lobby? Non è affarismo”. Serve la nascita di un registro dei pr. E’ la richiesta di Beppe Facchinetti, presidente di Assorel ( Associazione delle imprese di relazioni pubbliche aderenti a Confindustria) che commentando l’inchiesta P4 lamenta la mancanza di una legge che regolamenti le relazioni istituzionali. «Lobbismo e l’affarismo sono due cose ben diverse E chi fa di mestiere pubbliche relazioni non ci sta a sentir parlare di lobby a proposito dell’attività di Luigi Bisignani»· 

GRECIA
IL MANIFESTO – La foto di prima pagina è dedicata un momento delle manifestazioni di Atene “Lacrime e sangue in Grecia. Approvata l’austerity, è rivolta” titola la fotonotizia / richiamo che rimanda alle pagine 2 e 3 dedicate alla crisi europea. Tra gli articoli che analizzano la situazione, il voto del parlamento greco che ha detto sì ai «tagli da 28 miliardi di euro voluti dalla Bce e dall’Fmi» e alle manifestazioni. A piè di pagina 3 un articolo è dedicato al “Controllo sociale”. “Nella vecchia Europa i movimenti sono investiti da una pioggia di lacrimogeni”. Scrive Benedetto Vecchi : «Sembra passato un secolo da quando nei media, ma anche nelle aule universitarie si poteva leggere o ascoltare le grandi trasformazioni che avevano investito le forze di polizia in Europa. Di fronte a un welfare state in ritirata e con la scomparsa di una presenza non solo simbolica dello stato in molte metropoli, le forze di polizia avevano aggiunto alla loro divisa uno stemma in più, quello del “mediatore sociale”, dell’interfaccia tra società abbandonata e istituzioni pubbliche (…)» si osserva poi che il comportamento è mutato con il sorgere dei movimenti sociali globali, si parla del lavoro di ricerca della sociologa Donatella Della Porta e si conclude: «Le reiterate denunce da parte dei movimenti italiani, spagnoli, inglesi, francesi e tedeschi di atteggiamenti violenti sono diventate una norma, ogni volta che una manifestazione vede degli scontri  tra manifestanti e forze dell’ordine. (…) Più che la mediazione, infatti, emerge la dimensione niente affatto tranquillizzante della repressione dei conflitti sociali».

EGITTO
AVVENIRE – “In piazza Tahir tona la rabbia dei delusi” è il titolo di pagina 4 sulla battaglia al Cairo che ha causato mille feriti. Per le autorità confusi tra la folla c’erano squadroni di provocatori intenzionati a far scoppiare la guerriglia. L’analista Amr al-Shobaki in una intervista sostiene che all’origine del caos e del “passo indietro” c’è la mancanza di vere riforme, una «questione di rieducazione delle forze dell’ordine egiziane ma anche di sfiducia tra potere e popolo».

INFORMAZIONE
LA STAMPA – “Navigare la chiesa con La Stampa”. Con editoriale del direttore Mario Calabresi, oggi LA STAMPA presenta il suo nuovo canale multimedia in tre lingue dedicato all’informazione globale sulla Santa Sede, l’attività del Papa, la presenza internazionale del cattolicesimo, il dialogo tra le religioni. Si chiama “Vatican Insider” (www.vaticaninsider.com) è sarà dedicato, scrive Calabresi, a «un’audience globale» per raccontare «in modo serio e indipendente cosa succede Oltretevere». In occasione del lancio, LA STAMPA pubblica un’intervista a Tony Blair, che dopo aver lasciato il numero 10 di Downing Street gira per il mondo tenendo corsi e conferenze su «fede e globalizzazione». Nonostante ci sia disillusione rispetto alle istituzioni religiose, dice Blair, c’è «desiderio profondo di compimento spirituale» nelle donne e uomini di oggi.

AFRICA
AVVENIRE – A pagina 3 un reportage da Nairobi intitolato “Dalla siccità alla carestia. Corno d’Africa alla fame”: «Due stagioni consecutive di piogge scarsissime, come non accadeva da 60 anni, hanno gettato nella disperazione un’ìampia area del continente africano. L’emergenza ha raggiunto proporzioni ibliche in nazioni come il Kenya, la Somalia, l’Etiopia, l’Uganda e Gibuti. L’agenzia Onu per gli affari umanitari lancia l’allarme». 


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