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Sanità & Ricerca

Per la prima volta trapiantata trachea artificiale

A operare, in Svezia, un chirurgo italiano, Paolo Macchiarini. A un mese dall'operazione il paziente sta bene

di Redazione

Primo trapianto al mondo di un organo interamente artificiale, la trachea. A eseguire il pionieristico intervento, al Karolinska University Hospital in Svezia, è stato un chirurgo italiano, Paolo Macchiarini. Il paziente, 36 anni, malato di tumore, sta bene a un mese dall’operazione, secondo quanto hanno annunciato dal Karolinska. Con un’innovativa tecnica è stata creata una trachea artificiale, poi rivestita con le staminali del destinatario. Non c’è bisogno così di un donatore e non si corre alcun rischio di rigetto.

Macchiarini, cervello italiano “emigrato” all’estero, spera adesso di utilizzare la tecnica per trattare un bimbo coreano di 9 mesi, nato con una malformazione, ha detto alla Bbc.
Per ottenere la trachea artificiale il chirurgo ha chiesto la collaborazione a un team di ricercatori britannici, al quale ha consegnato le ecografie in 3D del 36enne africano, colpito da tumore, Andemariam Teklesenbet Beyene. Uno studente di geologia, che attualmente vive in Islanda dove studia per un dottorato. Usando le immagini, l’equipe dell’University College di Londra è riuscita a realizzare una copia perfetta della trachea del paziente, in tempi rapidi, e i due bronchi principali.
L’organo è poi volato in Svezia, al Karolinska Hospital, dove è stato messo a bagno in una soluzione di cellule staminali prelevate dal midollo osseo di Beyene. Dopo due giorni, i milioni di buchini della trachea sono stati “seminati” con il tessuto del paziente, che aveva praticamente perso la sua trachea, devastata dal tumore inoperabile, arrivato ormai alle dimensioni di una pallina da golf nonostante chemio e radioterapia aggressive.
Senza un trapianto, l’uomo sarebbe morto.

A un mese dall’intervento, invece, Beyene sta bene. Durante le 12 ore in sala operatoria Macchiarini ha rimosso il tumore e la trachea danneggiata, sostituendola con quella fatta su misura in laboratorio. Le staminali e le cellule di rivestimento osseo prelevate dal naso, anch’esse impiantate durante l’operazione, si sono differenziate e sono cresciute, trasformando l’inerte “impalcatura” di trachea in un organo non distinguibile da uno sano e normale.


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