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Famiglia & Minori

Prostituzione: il 10% è minorenne

I dati del rapporto di Save the Chidren (scaricabile in allegato)

di Redazione

In Italia ci sono quasi 2mila minorenni che si propstituiscono su strada. Lo dice il nuovo dossier di Save the Children “I piccoli schiavi invisibili”, (scaricalo in allegato) diffuso alla vigilia della Giornata Onu in Ricordo della Schiavitù e della sua Abolizione.

Ancora più preoccupanti i dati dello sfruttamento sessuale indoor, nel chiuso di appartamenti: sarebbe 3 volte superiore a quello su strada. Nascoste agli occhi di tutti, le giovani vittime sono difficilmente raggiungibili da parte degli operatori sociali e di chi voglia aiutarle ad uscire da una vita da incubo. In generale il numero di minori sfruttati sessualmente è elevatissimo: per dieci adulti che si prostituiscono, c’è anche un minorenne.

I dati sono il frutto di una rilevazione sulla tratta e sfruttamento sessuale dei minori realizzata in 15 Regioni italiane in collaborazione con l’associazione On the Road-Consorzio Nova attraverso questionari e interviste a operatori, che hanno basato le loro conclusioni sui dati relativi ai minori intercettati nelle loro attività di unità di strada o di accoglienza, dal maggio 2010 al maggio 2011.


Il dossier di Save the Children monitora le realtà di schiavitù odierne tra i minori, non solo a scopo sessuale ma anche di accattonaggio, in attività illegali o nel nel lavoro. «Nonostante i molti passi avanti fatti, anche a livello legislativo, sia sul versante della lotta al traffico e allo sfruttamento di minori che della identificazione e aiuto delle vittime, rileviamo con preoccupazione una resistenza e persistenza del fenomeno», commenta Raffaela Milano, Responsabile Programmi Italia-Europa Save the Children Italia. «Lo sfruttamento avviene sempre di più al chiuso, anche a seguito degli interventi di contrasto da parte delle forze dell’ordine. Per le minori vittime, questo comporta il rischio di subire uno sfruttamento ancora più feroce e invisibile, anche agli occhi degli operatori sociali che vogliano aiutarle. Per altro verso – prosegue Milano – le tecniche di assoggettamento si sono affinate. Gli sfruttatori hanno per esempio scoperto la forza del controllo tra “pari”, avvalendosi dei minori stessi per esercitare il controllo sui loro compagni».


La tratta a scopo di sfruttamento sessuale La rilevazione di Save the Children e On the Road conferma che il gruppo di minori principalmente vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale è costituito da ragazze provenienti dalla Romania (46%) e dalla Nigeria (36%) seguite da ragazze albanesi (11%) e del Nord Africa (7%).

Le minori rumene, in quanto cittadine comunitarie e in possesso di documenti, giungono in Italia in modo abbastanza agevole, spesso con la promessa di un lavoro, insieme a fidanzati o comunque a persone di cui si fidano. Una volta in Italia l’assoggettamento avviene spesso attraverso uno pseudo-legame affettivo, che fa percepire alla minore l’esperienza della prostituzione come funzionale ad un progetto comune di coppia. Si stabilisce così un vincolo psicologico difficile da rompere.

Le ragazze nigeriane costituiscono il secondo gruppo numericamente più consistente di vittime di tratta e sfruttamento. Giungono in Italia con falsi documenti e generalità, insieme alla propria sfruttatrice, fatta passare come una sorella o parente, via mare o in aereo, spesso avendo già subito violenza nel proprio paese o durante il viaggio. Per quanto riguarda l’ingresso via mare, in particolare a Lampedusa, si è registrato un incremento consistente di arrivi dalla Nigeria: fra aprile-agosto sono approdati sull’isola 4.935 migranti nigeriani, di cui 984 donne, 194 minori non accompagnati e 89 minori accompagnati, con un picco massimo nella prima metà del mese di agosto, momento in cui sono arrivati secondo le stime di Save the Children, circa 2.170 migranti nigeriani, di cui 388 donne, 89 minori non accompagnati (prevalentemente adolescenti femmine) e 23 minori accompagnati. C’è un’alta probabilità che tra le migranti nigeriane in arrivo vi siano vittime di tratta e sfruttamento. Save the Children ha già individuato alcuni potenziali casi che sono in fase di approfondimento.
 
Lo sfruttamento sessuale di minori maschi Ad essere coinvolti in sfruttamento sessuale, particolarmente nelle grandi città italiane come Roma e Napoli, sono adolescenti Rom, di età fra i 15 e 18 anni. Risultano essere di recente arrivo e con un vissuto legato alla strada. Alcuni di essi lavorano come lavavetri di giorno ai semafori per poi prostituirsi durante la notte, in luoghi della città conosciuti per la prostituzione maschile, o nei pressi di sale cinematografiche con programmazione pornografica, saune e centri massaggi per soli uomini.
Accanto ai minori Rom sono coinvolti nella prostituzione anche minori maghrebini e rumeni. I primi in genere finiscono nel “mercato del sesso” per arrotondare lo stipendio guadagnato di giorno ai semafori. Per i secondi invece la prostituzione è la principale fonte di guadagno. In genere i minori maschi che si prostituiscono si muovono per lo più in gruppo e sottostanno a dei leader che sono anche quelli che procurano loro clienti particolari disposti a pagare cifre consistenti, per poter godere di prestazioni di lungo periodo. Questa pratica registrata solo su Roma e Napoli, è nota come “affitto”: nel periodo specificato il minore vive infatti con il cliente.
 

Tratta e sfruttamento nell’accattonaggio Sono principalmente di etnia Rom e provengono dai paesi della ex Jugoslavia e dalla Romania, i minori coinvolti nell’accattonaggio. Ma si registra una presenza anche di minori provenienti dal Marocco, dal Bangladesh e dall’Africa subsahariana. Nelle regioni dell’Italia meridionale mendicano anche ragazzi italiani. Per quanto riguarda il genere, le femmine sono più numerose dei maschi perché la tradizionale divisione dei ruoli nei gruppi Rom, ancora seguita da molti, vuole che i ragazzi, dopo i 14 anni, si dedichino alla raccolta del rame. Alcune delle adolescenti Rom sono madri e mendicano con i neonati in braccio.

Minori egiziani e afgani: due gruppi a rischio. 5.850 minori supportati da Save the Children Sono minori che – giungendo in Italia da soli, “non accompagnati” – sono esposti al rischio di subire sfruttamento. Sono 6.340 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia: Afganistan, Tunisia, Egitto e Marocco i principali paesi di provenienza.
I ragazzi egiziani giungono in Italia con un forte determinazione a lavorare per contribuire al proprio sostentamento e a quello delle famiglie che, d’altra parte, pagano ai trafficanti (“smugglers”) cifre notevoli – anche fino a 8.000 euro – per garantire loro il viaggio verso il nostro paese. Alla ricerca di un lavoro i minori egiziani – come rilevato da Save the Children attraverso le sue attività di protezione di almeno 5.850 minori migranti non accompagnati fra il 2010 e il 2011 – possono finire in circuiti di sfruttamento lavorativo, per esempio nel settore ortofrutticolo con “guadagni” giornalieri di pochi euro, o cadere vittime di organizzazioni criminali per essere sfruttati nello spaccio di sostanze stupefacenti. L’Italia si conferma un paese di transito per i minori afgani, spinti a partire dall’Afganistan o dal Pakistan o dall’Iran, dove spesso le loro famiglie decidono di rifugiarsi per sottrarsi alla guerra. Pur di raggiungere la meta – cioè il più delle volte i paesi del Nord Europa – sono disposti a tutto: vivere su strada, fare lavori pericolosi e non retribuiti fino anche a prostituirsi o compiere attività illegali.

Le raccomandazioni di Save the Children «In relazione alla sempre maggiore complessità e spesso invisibilità della tratta e sfruttamento dei minori, è necessario che tutti gli attori coinvolti nel contrasto al fenomeno e nel sostegno ai minori operino in coordinamento e sinergia», commenta Raffaela Milano. «Per questo è cruciale adottare una strategia e un piano nazionale di lotta alla tratta, che ancora non vede la luce ormai da troppo tempo. È poi necessario elaborare delle linee-guida per la presa in carico e l’assistenza alle vittime di tratta, con particolare attenzione ai minori e affinare gli strumenti per l’identificazione delle vittime. Save the Children a riguardo ha redatto un manuale che ha portato a conoscenza di tutti gli operatori del settore. Occorre anche Potenziare il sistema nazionale anti-tratta, attraverso una dotazione finanziaria che assicuri il rafforzamento dei servizi, tra cui le case di fuga, le unità mobili e il coinvolgimento di operatori altamente qualificati e di mediatori culturali, al fine di proteggere le vittime in modo adeguato, conquistando la loro fiducia e garantendo il loro ascolto. L’ottica è quella di un approccio integrato che assicuri la protezione dei minori e degli adulti che sono vittime di tratta e grave sfruttamento oltre che il contrasto alla criminalità. Per quanto riguarda in generale l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, è necessario definire tramite una apposita previsione di legge l’istituzione di un sistema nazionale per la loro protezione che assicuri un’accoglienza adeguata, diffusa sul territorio nazionale, con risorse certe dedicate ed una chiara definizione dei livelli di responsabilità tra Stato centrale, Regioni e Comuni. Bisogna infine lavorare anche con i paesi e le comunità di provenienza delle vittime o potenziali vittime, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione. Save the Children ha per esempio avviato un progetto in Egitto e in Italia che prevede una serie di azioni tese a informare le famiglie e le comunità di provenienza di questi minori migranti sui rischi della migrazione e sulle sue prospettive».

 

Scarica in allegato la versione integrale di “I piccoli schiavi invisibili”.


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