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Politica & Istituzioni

La tana tranquilla delle signorine bunga bunga

di Redazione

Pagano l’affitto, sono discrete, e dopo il boom mediatico ora gli appartamenti qui sono richiestissimi. Anche perché i prezzi sono modici. I condòmini della mitica Dimora Olgettina temono più i giornalisti che le ragazze protagoniste delle notti pazze di BerlusconiChe brutta storia quella delle ragazze del bunga bunga». Si alza una seconda voce, vibrante e con un pelo di fiatone: «Ma va là, che è tutta un’invenzione dei giornali».
Periferia nord-est di Milano, via Olgettina, 3 agosto 2011. L’eco delle notti festaiole del premier Silvio Berlusconi nella villa di Arcore, vicenda che ha tenuto banco per tutto l’inverno, risuona ancora nella mente degli anziani della Residenza sanitaria assistenziale “Ambrosiana”. «Sono passati sei mesi, ma qui se ne parla ancora, e gli irriducibili che continuano a negare l’accaduto tengono duro», scherza ma non troppo una funzionaria della struttura. D’altronde è impossibile, per loro, non entrare in argomento: la casa di ricovero si trova di fronte al civico 65, dove si staglia l’ormai celebre Dimora Olgettina, residence in cui vivono le 14 ragazze finite al centro dello scandalo dei “favori sessuali” al premier. Vivono, proprio così: «Da qui non se ne sono mai andate», riporta uno degli addetti del condominio, «lo sfratto che gli hanno intimato a gennaio (dall’immobiliare Friza, “per danno al decoro”, ndr) non ha avuto seguito». È lui che ci introduce al viaggio tra gli umori dei 140 inquilini che vivono in affitto nelle quattro palazzine ormai più famose d’Italia, costruite nel 2007 e incastonate tra l’ospedale San Raffaele, la ricicleria Amsa e Milano 2, la città nella città – sorge nel comune di Segrate – realizzata negli anni 70 dall’allora solo imprenditore Berlusconi.
Ma l’affitto lo pagano, le ragazze? «Certo. A volte sono loro stesse che lasciano la busta per l’amministratore», prosegue la persona, che, con tono garbato e in cambio dell’anonimato («altrimenti sono guai»), per Vita fa uno strappo alla regola: «La proprietà e gli inquilini dallo scoppio del caso hanno vietato l’ingresso ai giornalisti, anche perché ne hanno fatte di ogni, creandoci non pochi disagi», racconta. Ma a noi spiega che «le ragazze sono locatarie tranquille, non creano alcun problema, sono in buoni rapporti con tutti».

L’apparizione di Marysthell
Coincidenza vuole che mentre termina la frase ci passa di fianco la 30enne dominicana Marysthell Polanco, la soubrette più nota del gruppo (nella cui casa furono trovati 2,7 chili di cocaina, imputati poi all’ex fidanzato, ora in carcere), di ritorno nell’appartamento dopo aver lasciato nel parcheggio il proprio Hummer. «Da quando è scoppiato il caso, tutti vogliono venire a vivere qui per stare vicino alle signorine», rivela Luca, sistemista di 35 anni, inquilino della palazzina. «Prima un alloggio vuoto veniva occupato in tre mesi, ora lo si riaffitta il giorno dopo».
Ma quanto costa vivere alla Dimora Olgettina? «Te la cavi con 800-1.000 euro per un bilocale, 1.300-1.400 il trilocale, spese comprese. Sono prezzi in linea con la periferia di Milano, niente affatto esagerati», spiega Stefania, che vive da sempre al civico 65. In effetti, a guardar bene, la zona dove sorge la Dimora, che si può visitare in 3D sul sito web dell’immobiliare, ha poco di “esclusivo”. Anzi: nessun servizio nei paraggi, né un bar, né negozi o scuole. Gli edifici più vicini sono la Rsa e, nei campi subito dietro, una comunità di recupero e un centro ippico, e la navetta che fa la spola tra la metropolitana e il San Raffaele è l’unico mezzo pubblico per il centro città. Raggiungibile, tra l’altro, solo attraverso 300 metri di una strada stretta «spesso intasata dal parcheggio selvaggio di chi si reca all’ospedale. Dove sono i vigili?», si chiede Luisa, che vive nello stesso stabile di molte delle ragazze «ma senza mai vederle».
Quasi ad esaudire il suo desiderio di legalità, di lì a poco si materializza la Polizia municipale che, 39 euro a botta, multa una decina di auto in sosta vietata. «Comunque, la questione delle “ragazze di Berlusconi” non ci interessa più di tanto, i problemi sono altri», afferma la donna, madre di un bambino di due anni. Come lei, sono in molti sul piede di guerra «per il furto delle spese aggiuntive», riprende Stefania. «Poche sere fa ci siamo ritrovati in 40 affittuari (nessuna delle “Olgettine” era presente, «anche perché, se ho capito bene, non sono loro a pagarsi l’affitto…», puntualizza Luca) e abbiamo deciso che manderemo una lettera di protesta: ci aumentano le spese condominiali per lavori di ristrutturazione che in realtà sono opere non terminate all’epoca della costruzione». La donna parla di «muffa alle pareti, condotte dell’acqua che perdono, balconi non ultimati… altro che appartamenti di lusso». In cambio, «ben 600 euro in più da pagare nell’ultimo trimestre», lamenta Luca, «e una vigilanza notturna che ci costa 100mila euro all’anno», anche se poi Stefania abbassa la cifra a 58mila.

Il bilocale sul tiggì
A conti fatti, per la maggior parte degli inquilini avere le protagoniste del bunga bunga nella porta accanto rimane solo una nota di colore: «C’è chi si è arrabbiato per l’obiettivo puntato dei giornalisti appena uscivi la mattina, c’e chi invece, giovani in primis, adorava vedere la propria casa tutti i giorni in tv. Nella mia famiglia, in particolare, ci siamo fatti grosse risate», ricorda Francesca. «Di sicuro, delle protagoniste della vicenda non abbiamo di che lamentarci, si è normali vicini di casa», ragiona Andrea. «Ma quello che più fa impressione è che molti hanno già dimenticato il tutto», sottolinea l’impiegato dello stabile.
Come l’addetta alla pulizie, straniera e neoassunta, che dice di non saperne nulla, dello scandalo. O dell’anziano signore che, appoggiandosi al bastone, ci risponde con il sorriso sulle labbra: «Le ragazze del premier? Non so di chi stia parlando». Salvo poi aggiungere: «Che cosa vuole, sono i costumi di oggi. Le cose vanno così e non ci puoi far niente».


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