Cooperazione & Relazioni internazionali

In 60mila contro il nucleare

La protesta è andata in scena a Tokio

di Redazione

Una folla di 60mila persone ha manifestato oggi a Tokio contro l’energia nucleare, a poco più di sei mesi dal grave incidente di Fukushima. Una protesta rafforzata dal timore che il nuovo governo di Yoshihiko Noda non sia più così deciso a uscire dal nucleare come prometteva invece l’ex primo ministro Naoto Kan.

All’Assemblea generale Onu, ha anticipato l’agenzia stampa Kyodo, Noda si limiterà per ora a promettere «l’aumento fino al più alto livello della sicurezza delle centrali». Intanto il ministro dell’Energia, Goshi Hosono, non ha risposto direttamente alle domande dei giornalisti sulla politica nucleare del governo. «In Giappone vi è un certo consenso sulla diminuzione della dipendenza dal nucleare. Ma i tempi e i modi per raggiungere questo obiettivo devono ancora essere identificati», ha detto il ministro, a Vienna per la Conferenza generale dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Hosono ha spiegato che vi sarà un ampio dibattito sulla politica nucleare ed energetica che si dovrà concludere entro l’anno.

Ma intanto, nell’opinione pubblica si è consolidato un forte sentimento antinucleare. «Con l’incidente è apparso chiaro che i fatti vengono nascosti, il governo non protegge i cittadini, l’incidente non è ancora stato riportato sotto controllo e la gente di Fukushima viene usata come cavia per un esperimento nucelare», ha commentato oggi a Tokio un giovane manifestante, riassumendo un sentimento condiviso. Un sondaggio diffuso dall’agenzia Kyodo mostra che il 70% della popolazione vuole l’uscita del Giappone dal nucleare.


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