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Una donna rom su due si sente discriminata

Lo riferisce una ricerca condotta dal Centro Europeo per i diritti dei rom con alcune ong locali

di Redazione

Discriminate nell’accesso alla sanità e vittime di violenza domestica. Questo è lo scenario disegnato da una ricerca condotta dal Centro Europeo per i diritti dei rom in collaborazione con Ong locali (Idea Rom e Opera Nomadi di Reggio Calabria). Ottantotto interviste tra Roma, Torino e Reggio Calabria a donne rom che vivono in Italia sul tema della discriminazione. Quasi una donna rom su due ha avvertito un diverso trattamento rispetto ai non rom nei trattamenti sanitari, soprattutto quelli di pronto soccorso. Più del 40% delle intervistate ha dichiarato di essere stato vittima di subire o aver subito violenze in casa ma la maggior parte non ha denunciato per paura dell’intervento dello Stato per la loro posizione irregolare.

Dati preoccupanti anche quelli sull’impiego. Meno del 20% del totale dice di avere un lavoro regolare e il 48% del campione intervistato indica come motivo della mancanza di lavoro la discriminazione etnica. Poche sono anche le donne che completano un ciclo di studi, oltre a quello primario. Secondo quanto da loro riferito, i principali ostacoli all’avanzamento della loro formazione sono i doveri legati alla conduzione della famiglia/casa e alla poverta’. Le molestie subite a scuola, il matrimonio precoce e la gravidanza sono altri rilevanti fattori di impedimento per le giovani rom. Le autorita’ italiane sono spesso accusate di indifferenza all’abbandono delle scuole da parte delle bambine Rom, specialmente se a causa del matrimonio precoce, percepito come pratica culturale.

 

 


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