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Prosegue la campagna “Dai tempo alla vita!”

Obiettivo finanziare la ricerca che scongiuri il cosiddetto rigetto cronico dell'organo trapiantato

di Redazione

Nonostante l’Italia rappresenti un’eccellenza nel settore dei trapianti, le liste d’attesa sono ancora lunghe ed è necessaria una maggiore diffusione della cultura dei trapianti, nonché un impegno più concreto per sostenere la ricerca scientifica.
Oggi una delle problematiche più urgenti è quella relativa allasopravvivenza stessa degli organi trapiantati che continua a essere insufficiente: attualmente infatti circa la metà dei pazienti trapiantati rischia perdere l’organo entro i 15 anni successivi al trapianto.

Ecco perché Fitot, Fondazione per l’Incremento dei Trapianti d’Organo e di Tessuti Onlus, che da 15 anni è impegnata attivamente sui fronti della cultura della donazionee della formazione,ha deciso di promuovere “Dai tempo alla vita!”, una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, che sottolinea l’importanza fondamentale di una incessante attività di ricerca scientifica per il progresso della medicina del trapianto. Per questa ragione la campagna Dai tempo alla vita! è sostenuta anche da AIDO, Associazione per la Donazione di Organi e Tessuti, ANED, Associazione Emodializzati Dialisi e Trapiantati e ACTI, Associazione Trapiantati di Cuore e Cardiopatici.

Fino al 10 dicembre sarà dunque possibile dare il proprio contributo inviando un Sms al numero 45507 per finanziare così tre fondamentali progetti di ricerca sul prolungamento della durata degli organi trapiantati, portati avanti da Corit (Consorzio per la Ricerca sul Trapianto di Organi, Tessuti, Cellule e Medicina Rigenerativa), dal 1997 struttura operativa per la ricerca di Fitot.

Al momento in Italia sono circa 10.000 le persone che attendono un trapianto d’organo. Oggi le persone trapiantate devono assumere quotidianamente farmaci antirigetto in grado di eliminare quasi del tutto il rischio di rigetto acuto  – quello che si verifica nei primi mesi dal trapianto. Ma quello che i farmaci non riescono ancora a contrastare efficacemente è il cosiddetto rigetto cronico, una forma di danno progressivo all’organo che si manifesta negli anni e porta via via alla perdita pressoché totale della funzionalità del rene, del cuore, del fegato o del polmone trapiantato. A questo punto al paziente non rimane altra scelta che affrontare un nuovo trapianto o, nel caso del rene, tornare in dialisi.

Le ricerche scientifiche condotte da Corit – che saranno finanziate anche da questa campagna di raccolta fondi, avranno come obiettivo concreto quello di far si che l’organo trapiantato possa durare quanto la vita del ricevente.

 


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