Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

Un futuro da scrivere. Per l’Italia

In corso a Roma il XIV congresso di Federcasse

di Maurizio Regosa

È in corso a Roma il XIV congresso nazionale del credito cooperativo di Federcasse. “Futuro da scrivere. Sguardi, strategie, strumenti delle Bcc per accompagnare l’Italia” è il titolo della manifestazione (in cordo da oggi fino all’11 alla nuova Fiera della capitale). Ecco la sintesi dell’intervento di Alessandro Azzi, presidente di Federcasse che raggruppa le banche di credito cooperativo e le casse rurali.

La conferma di una missione

«Le BCC sono diventate un punto di riferimento per la piccola impresa e di conseguenza per la struttura produttiva italiana. A giugno 2011, su quasi 150 miliardi di finanziamenti a clientela (includendo quelli delle banche di secondo livello del sistema), ben 104 miliardi erano erogati a imprese.

Più del 12% di tutte le imprese italiane affidate dal sistema bancario ha ottenuto un finanziamento da una BCC. La percentuale cresce sensibilmente se parliamo di aziende non di capitali con meno di 20 dipendenti. Nel settore artigiano supera ormai il 22%.

Le nostre banche sostengono, in media, le piccole imprese più delle altre banche. L’affidamento medio delle famiglie produttrici e delle imprese minori è superiore del 40% rispetto al resto delle banche (mentre il fido medio alle imprese di capitale è inferiore del 30%). Anche sul versante delle famiglie, con oltre un milione e 150 mila affidati e una quota di mercato dell’8,5%, le Bcc hanno assunto un ruolo rilevante».

Il ruolo anticiclico e la crescita

«Abbiamo continuato a svolgere un prezioso ruolo anticiclico nel mercato, esercitando con coerenza il mestiere di banca del territorio e di relazione, e di banca mutualistica. Ne siamo orgogliosi. Anche se la coerenza ha sempre un prezzo. E noi lo stiamo pagando in termini di innalzamento della rischiosità dei nostri impieghi e di riduzione di cuscinetti di liquidità». «In questi anni, i numeri del Credito Cooperativo si sono accresciuti facendo leva su uno sviluppo di tipo “estensivo”, indirizzato ad ampliare la copertura territoriale al fine di raggiungere un maggior numero di soci e clienti. Il numero dei primi si è tra l’altro notevolmente incrementato passando da 776mila a un milione e 150mila (+48%). Nei sei anni dal 2005 al 2011 gli sportelli delle BCC-CR sono aumentati significativamente (+21,7%), rispetto alle banche nel loro complesso (+3,7%). L’espansione territoriale ha trainato anche la crescita degli organici (+19%) in controtendenza rispetto al resto dell’industria bancaria (-5,4%). I dipendenti del Credito Cooperativo raggiungono oggi complessivamente le 37.000 unità. Questa evoluzione, se da un lato ha consentito alle Bcc-Cr di essere presenti in oltre 2.700 comuni, in particolare di piccole e medie dimensioni (oltre il 70% degli sportelli è localizzato in comuni fino a 25 mila abitanti e le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria in 555 di questi comuni), ha anche prodotto insediamenti non sempre ottimali dal punto di vista del rapporto costi-benefici. Sono fortemente cresciute le zone di sovrapposizione tra aree di operatività di diverse Bcc (il 24% degli sportelli opera in aree di sovrapposizione insediativa). Si sta evidenziando una tendenza alla crescita delle dimensioni: a dicembre 2010, le 48 Bcc (12% del totale) con almeno 20 agenzie rappresentavano il 35% degli sportelli e il 40% degli attivi».

Un futuro da scrivere

«Guardare al futuro, quando il presente morde, può apparire un esercizio improprio, quasi filosofico. Eppure è soltanto progettando il domani che si possono porre le basi del cambiamento. Occorre condividere un dato, che è un atteggiamento ed uno spirito: il futuro non è ineluttabile. Non è già scritto. È “da scrivere”, come abbiamo voluto sottolineare nel tema del nostro congresso. Anche da come noi lo scriveremo dipenderà come sarà. Molto è nelle mani del Credito Cooperativo, dipende dal nostro coraggio di cambiare e di metterci in gioco. Ma molto dipende anche da ciò che è fuori dalla sfera del nostro intervento: l’atteggiamento e le dinamiche dei mercati; l’andamento dell’economia nazionale nel più ampio contesto europeo e internazionale, dominato da persistenti squilibri; l’evoluzione dei mercati e della domanda di servizi e prodotti finanziari; le risposte dei regolatori, ivi compresi gli eccessi o gli errori insiti in complicati processi di de-regolamentazione e di ri-regolamentazione».

«Lo Stato è oggi anche un concorrente, per tre ragioni: in primo luogo, per la remunerazione offerta sui titoli del debito pubblico; in secondo luogo, perché, con la rimodulazione delle aliquote sulle ren- dite finanziarie approvata nella manovra dello scorso luglio, si sono create asimmetrie che svantaggiano la raccolta delle banche; da ultimo, perche si consente alle Poste di svolgere una concorrenza sulla raccolta forte di una aliquota agevolata e di una garanzia statale a costo zero».

Nuove regole

«Le banche locali possono continuare a svolgere il loro ruolo di sostegno all’economia del territorio soltanto se norme e regolamenti sono “proporzionati” (e coerenti) alle loro peculiarità, dimensione e complessità. È questa una partita che sosteniamo in Europa in piena intesa con le altre banche cooperative, le Banche Popolari». «Chiediamo un processo di razionalizzazione e semplificazione. A livello nazionale, tenuto conto della stretta interdipendenza delle norme e dei diversi profili operativi, è necessaria una costante interazione tra i diversi regolatori. Proponiamo, a questo riguardo, un Tavolo di coordinamento tra le Authorities che favorisca l’interpretazione coerente delle diverse normative e consideri con una indispensabile “visione sistemica” e di so-stenibilità complessiva la produzione di regole».

La Bcc del futuro

«Una Bcc non può reggersi esclusivamente sulla gamba dell’intermediazione tradizionale, che assorbe capitale e che genera margini sempre più compressi.

La Bcc del futuro dovrà essere:

banca di sviluppo locale;

banca per la gestione del risparmio;

banca per il presidio del ciclo di vita finanziario del socio;

banca assicurazione, per il presidio dei rischi della vita;

banca di copertura dei rischi finanziari dell’impresa;

banca per la previdenza in un sistema misto pubblico-privato».

Fare sinergia

«Una Bcc conforme alle regole non è soltanto quella che ottempera agli obblighi di legge, il che è ovvio e doveroso. Ma anche, soprattutto oggi, quella che interpreta la propria adesione al sistema non “ad intermittenza”, non opportunisticamente, non à la carte come fosse il menù di un ristorante che ognuno individualmente, come se le altre banche del sistema Bcc non esistessero, si trova a selezionare.

È giunto il tempo di contrattualizzare alcune regole di coerenza, soprattutto nel rapporto tra Bcc e banche di secondo livello per disincentivare gli opportunismi e premiare – appunto – la coerenza. Regole:

1.che valorizzino in termini di pricing la fruizione di più prodotti;

2.che correlino la canalizzazione della raccolta con la richiesta di sostegno alle società del sistema;

3.che includano anche la partecipazione nel capitale delle stesse quale criterio di valutazione. E l’aumento di capitale di Iccrea Holding, chiusosi il 20 novembre scorso è stato un successo che in- fonde coraggio. È un segnale, ancora di più in questo tempo, della crescente consapevolezza che investire nei nodi della rete è indispensabile».

Il ruolo della rete

«Oggi è il momento di renderla più efficiente e più incisiva. In primo luogo, perché è sempre più necessaria: il mondo “post-crisi” richiederà notevoli e crescenti investimenti in conoscenza, che supe- rano di molto le capacità di azione delle singole Bcc-Cr. In secondo luogo, perché se il vantaggio di una rete è quello di generare “moltiplicatori di conoscenza” a costo zero o quasi, la capacità di “ri-uso” all’interno del Credito Cooperativo è ancora troppo bassa. Infine, perché, sul piano dell’efficienza, ancora molti risultati vanno conseguiti».

 

E quello delle federazioni locali

«Oggi le Banche di Credito Cooperativo chiedono alle Federazioni Locali: maggior sostegno nella gestione dei processi, anche strategici (con un’attività consulenziale che riguarda ad esempio la pianificazione strategica, la gestione delle persone, l’assistenza ai CdA); di anticipare/gestire anche come tramiti territoriali dei sistemi di garanzia le situazioni di crisi delle Bcc; un maggiore supporto organizzativo.

Dalle ricerche svolte in vista di questo congresso non emerge un quadro organizzativo sempre pienamente coerente con queste indicazioni.

Leve evolutive per il futuro del comparto associativo dovranno comunque essere:

1.la razionalizzazione nell’erogazione dei servizi di base a carattere di prossimità, lavorando sulla standardizzazione e la valorizzazione delle migliori pratiche;

2.la creazione di poli di competenza territoriali e la revisione dei modelli di servizio alle banche nella logica della specializzazione e valorizzazione delle migliori pratiche;

3. la valorizzazione di sinergie tra le Federazioni locali e gli istituti di secondo livello nell’ambito di servizi evoluti o a contenuto specialistico».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA