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Il 65% degli organi trapiantati viene dai condannati a morte

L'ammissione del viceministro alla sanità

di Redazione

I condannati a morte continuano ad essere in Cina la principale fonte di organi per i trapianti, a causa della carenza di donatori volontari. Lo ha ammesso il viceministro cinese alla sanità, Huang Jiefu, secondo cui il 65% dei trapianti effettuati in Cina avviene grazie ad organi espiantati da detenuti condannati a morte. La Cina ha vietato il commercio di organi umani nel 2007 e due anni dopo ha avviato un sistema nazionale per le donazioni, tuttavia la domanda di organi da trapiantare è di molto superiore all’offerta: il rapporto è di 150 pazienti per ogni donatore, mentre la media mondiale è di 20-30 pazienti per donatore.

Sul sito di Nessuno tocchi Caino, accanto alla notizia odierna, sullo stesso tema si trova una news del 26 agosto 2009: impressionante il fatto che tre anni dopo la situazione sia identica. Eccola: «in due casi su tre gli organi trapiantati in Cina vengono prelevati da prigionieri condannati a morte e giustiziati, riporta la stampa ufficiale, mentre le autorità sanitarie lanciano un nuovo programma nazionale per le donazioni. Pur essendo richiesto un consenso scritto da parte dei condannati a morte, questi ultimi non costituiscono una fonte adeguata per la donazione di organi, ha dichiarato al quotidiano China Daily il viceministro della sanità cinese, Huang Jiefu».


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