Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

Imprese con titolari stranieri: un quarto senza banca

Sono ormai quasi mezzo milione. Ma c'è un problema...

di Redazione

di Marco Marcocci

A fine 2011 erano quasi 480 mila le imprese con titolare immigrato attive nel nostro Paese, corrispondente a circa il 10% delle imprese attive in Italia. La maggior parte erano ditte individuali (66,6% del totale), mentre il 17,2% società di persone ed il rimanente 16,2% società di capitali. Questo e molto altro compare da un recente rapporto realizzato da Crisbis D&B, società del gruppo Crif.

Le imprese etniche risiedono soprattutto al Centro Nord. È la Lombardia a guidare la graduatoria della loro distribuzione su base regionale: in questa regione risiede il 20,3% delle imprese con titolare straniero. A seguire Lazio (10,7%); Emilia-Romagna (9,8%); Toscana (9,7%); Veneto (9,5%) e Piemonte (8,4%).

La classifica regionale delle imprese di migranti rispetto al totale di quelle operanti nella regione vede al comando il Friuli Venezia Giulia, dove l’incidenza è del 12,8%, seguito da Toscana (12,4%), Lombardia (11,2%), Liguria (10,9% ed Emilia Romagna (10,6%).

Per quanto riguarda i settori in cui queste imprese operano, il 30,9% del totale è impegnato nel commercio al dettaglio, il 26,5% nell’edilizia ed il 17.3% nei servizi vari. Scorrendo ulteriormente questa graduatoria si trova che solamente il 9,9% è attivo nell’industria e nella produzione, il 6% nel commercio all’ingrosso, il 3,6% nei trasporti, il 3,1% bei servizi finanziari ed il 2,6% nell’agricoltura.

Da notare che il settore dell’edilizia registra la maggiore penetrazione rispetto al totale delle imprese operanti nel comparto con un 15%.

Complicata è la relazione che le imprese con titolare straniero hanno con le banche, testimoniata da uno studio condotto nel 2011 da Unioncamere, Momisma e Crif secondo il quale oltre un quarto di queste ditte non ha mai intrattenuto rapporti con istituti di credito. Anche con riferimento all’accesso al credito, sembra che la maggioranza degli imprenditori migranti ricorra all’autofinanziamento chiedendo prestiti a parenti ed amici piuttosto che alle banche.

Con riferimento al volume di affari, il 18,4% delle imprese etniche ha denunciato un fatturato inferiore a 100 mila euro, il 41% tra 100 mila e 500 mila, il 19,2% tra 500 mila ed un milione, il 14,9% tra 1 e 5 milioni, il 2% tra 5 e 10 milioni ed il 3,7% oltre i 10 milioni.

Non particolarmente buona la perfomance relativa ai pagamenti verso i fornitori: e più in generale quella relativa alla rischiosità d’impresa. Va comunque sottolineato e fatto tesoro che le imprese con titolare straniero operano in vari settori, anche in quelli abbandonati dall’imprenditoria nostrana e, proprio per questo, costituiscono un elemento imprescindibile per l’economia italiana.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA