Welfare & Lavoro

Presentato il piano low cost

Le istituzioni aprono alla concertazione con la valle

di Lorenzo Alvaro

«Credo che oggi abbiamo socializzato degli elementi che potevano apparire non chiari a chi ha dei dubbi sull’opera. È un’operazione verità rispetto alle tante chiacchere». È quanto ha dichiarato l’architetto Mario Virano, presidente dell’Osservatorio Torino-Lione, al termine dell’incontro in Regione in cui ha illustrato ai sindaci dei Comuni interessati dalla Torino-Lione il progetto cosiddetto “low cost” dell’opera. Un’importante apertura alla concertazione come non era mai stato fatto. «Ora anche gli interlocutori diventeranno più mirati e finalmente alcuni Comuni si convinceranno che sui loro territori per trent’anni non si farà niente. Anche sotto l’aspetto dello smarino abbiamo fornito degli elementi tranquillizzanti, così come per quanto riguarda i cantieri» ha concluso spiegando che sui dieci anni di lavori previsti i cantieri «saranno aperti sei anni mentre per gli ultimi quattro serviranno solo per lavori tecnici».

Anche le istituzioni locali hanno commentato l’incontro in modo favorevole. «È stata fatta una documentata illustrazione del progetto in tutte le sue parti che mi pare sia stata esaustiva e dimostra che i lavori dell’Osservatorio sono stati accurati e dettagliati e in grado di fornire risposte» ha sottolineato Piero Fassino, sindaco di Torino, cui ha fatto eco il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota «abbiamo riaperto un canale di comunicazione ed è molto importante», che ha aggiunto «il progetto è stato definito e ora bisogna spiegarlo. Più che fare parlare i politici bisogna raccontare alle persone il contenuto di questo progetto perchè vengono chiariti tutta una serie di aspetti che erano stati messi in dubbio: ad esempio vengono chiariti gli aspetti legati alla quantità di materiali estratti dagli scavi e le modalità di trasporto: portato subito fuori dalla Val Susa su treno. Oltre al problema dell’amianto e in questo senso è stato scelto un tracciato per evitare il rischio amianto, eccetera». Ora «il mio compito è cercare di costruire una stagione di distensione, se possibile», ha concluso, «perchè c’è bisogno di fare la Tav senza le immagini che abbiamo visto nei i mesi scorsi, perchè la Tav deve essere un’occasione per il rilancio della Val di Susa».

Uno sfrozo apprezzato dali valsusini che però restano sul chi va là. «Quello presentato oggi non è un progetto, è un’idea progettuale. Ora ci prenderemo un pò di tempo per analizzare le carte e faremo le nostre valutazioni. Certo ritengo positiva la ripresa del dialogo e sono stati risolti alcuni punti critici che avevamo sollevato in passato ma resta il fatto che l’intero progetto non è credibile dal punto di vista dei costi e trasportistico» ha infatti chiarito Sandro Plano, presidente della Comunità montana Valli Susa e Sangone. Per quanto riguarda i costi secondo Plano «questa resta un’opera inopportuna in questo momento di crisi economica» mentre per il presidente della Comunità montana esiste un problema trasportistico legato all’imbuto che si crea nel”interconnessione tra la nuovo linea e quella storica: «Virano ci ha spiegato che la linea storica può supportare fino a 216 convogli al giorno», ha evidenziato Plano, «e 300 in più potranno passare sulla nuova linea e questo vuole dire che dovrebbero viaggiare un totale di oltre 500 treni». Un numero che però «la linea storica non è in grado di smaltire. Questo quindi», ha rilevato, «non va a risolvere il problema trasportistico».


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