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Domenica la giornata internazionale

Unicef: serve un impegno per i minorenni Rom, Sinti e Caminanti

di Redazione

L’UNICEF coglie l’occasione della ricorrenza dell’8 Aprile per ribadire, con la Campagna “Io come Tu”,  i principi – alla base della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – dell’uguaglianza dei diritti e dell’eliminazione delle discriminazioni per tutti i minorenni, a partire dai più vulnerabili, come quelli di origine straniera e/o appartenenti a minoranze etniche.

Nelle proposte per l’attuale Legislatura, l’UNICEF Italia ha richiesto un impegno specifico a Governo e Parlamento a favore del rispetto dei diritti dei bambini e degli adolescenti Rom, Sinti e Caminanti.

A tal fine, oltre all’inserimento nel Piano Nazionale d’Azione per l’infanzia di una parte espressamente dedicata a questi minorenni, l’UNICEF Italia ha anche contribuito alla stesura della “Strategia nazionale 2012-2020 d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti” redatta dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali ed approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso febbraio in attuazione della Comunicazione n.173/2011 della Commissione Europea.

La Strategia è attualmente al vaglio di quest’ultima: gli esiti dell’esame dovrebbero aversi entro Aprile.

Secondo le stime, la comunità Rom presente in Europa consterebbe di più di 11 milioni di individui rappresentando in questo modo la più grande minoranza etnica europea. 

I Rom sono una popolazione giovane: il 35,7% ha un’età inferiore a 15 anni.  In Italia, le ultime stime attestano la presenza di un numero che si aggira tra le 130.000 fino alle 170.000 presenze, di cui la metà costituito da cittadini italiani. 

Sempre secondo le stime, la comunità Rom in Italia sarebbe composta per il 60% da minori di 18 anni.

Da un’ indagine Eurobarometro sulla percezione della discriminazione nell’Unione Europea, è emerso che per il 61% degli Europei ed il 71% degli italiani, la discriminazione su base etnica sarebbe la più diffusa.

Negli ultimi anni gli studiosi, analizzando le situazioni discriminatorie vissute dalle popolazioni Rom in Europa, hanno classificato la loro condizione di “discriminazione multipla”. L’atto discriminatorio viene definito “multiplo” laddove lo stesso gruppo sociale sia discriminato per più motivi e rispetto a più caratteristiche.

Questo fenomeno è confermato dalle numerose raccomandazioni rivolte in tal senso allo Stato italiano da diversi organismi internazionali (Nazioni Unite, Consiglio d’Europa, Osce).

L’ultimo in ordine cronologico è stato il Comitato ONU per l’eliminazione delle discriminazioni razziali che lo scorso Marzo ha invitato l’Italia ad assicurarsi che la propria legislazione e le proprie politiche non siano discriminatorie, negli scopi o nelle conseguenze, rispetto alla razza, al colore della pelle, alla discendenza o alle origine nazionali o etniche.

Il Comitato ONU si è in particolare dichiarato preoccupato per l’estendersi di un linguaggio razzista, della stigmatizzazione e degli stereotipi nei confronti dei Rom, Sinti e Caminanti così come dei non cittadini, dichiarando che la libertà di espressione non può prescindere dal rispetto dei principi di eguaglianza e non discriminazione e non giustifica l’incitamento all’odio razziale né la diffusione di idee legate alla superiorità della razza. 

Il Comitato si è inoltre dichiarato preoccupato per l’aumento degli episodi di discriminazione razziale sui media, in internet e in particolare sui social network ed ha esortato l’Italia ad assicurarsi che i media non classifichino in maniera negativa né stigmatizzino le minoranza etniche e i non cittadini.

Parimenti il Comitato ha constatato la marginalizzazione sperimentata dalle comunità Rom, Sinte e Caminanti in Italia nei più diversi ambiti, le discriminazioni subite dai minorenni di queste comunità relativamente all’accesso all’istruzione e gli episodi di violenza razzista subiti dagli appartenenti a questi gruppi.

 


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