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Sostenibilità sociale e ambientale

Legambiente boccia i decreti

Qualche passo avanti, ma è a rischio lo sviluppo delle fonti pulite. Altra pecca il mancato confronto con associazioni e aziende di settore

di Redazione

Praticamente bocciati. A ricevere il duro giudizio sonoi decreti sulle rinnovabili varati ieri sera e a esprimerlo è Legambiente che per bocca del suo vicepresidente Edoardo Zanchini commenta: «È evidente il mancato confronto con le associazioni e le aziende del settore. Nei decreti ministeriali varati ieri c’è qualche passo avanti ma si rischia di bloccare lo sviluppo delle fonti pulite con i tetti annui alle installazioni, il complicato sistema delle aste e l’obbligo dei registri per gli impianti che tolgono ogni certezza agli investimenti». I limiti annui fissati per le diverse fonti, inoltre, «rendono impossibile raggiungere gli obiettivi europei al 2020».

Per Zanchini «occorre rivedere i decreti con una regia che deve coinvolgere anche il Gse e l’Autorità per l’energia, in modo da evitare che la pressione dei grandi produttori termoelettrici abbia il sopravvento ma soprattutto, occorre intervenire sui registri previsti per gli impianti e sui tetti annui alle installazioni, che impediscono ogni certezza agli investimenti, tanto da rendere assolutamente utopistica la promessa del ministro Passera per cui dovremmo anticipare gli obiettivi europei al 2020».

Legambiente, nel confermare la mobilitazione del prossimo 18 aprile davanti a Montecitorio insieme alle aziende e alle associazioni delle rinnovabili, rileva anche la mancanza di novità, nei decreti, rispetto alla possibilità di premiare l’autoconsumo di energia prodotta da rinnovabili e l’efficienza energetica. Cosa che l’associazione ritiene «assolutamente possibile attraverso l’apertura alle reti elettriche private per condomini e utenze distribuite e la cancellazione delle tasse che incidono ingiustamente sulla cogenerazione e sulla vendita diretta di energia prodotta da tecnologie rinnovabili».


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