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Sostenibilità sociale e ambientale

Stop alla carta che uccide Sumatra

L’appello lanciato a margine della presentazione dello studio di Greenpeace per un’iniziativa congiunta contro la deforestazione con le altre associazioni ambientaliste

di Redazione

“I numeri non consentono di avere ancora dubbi. La priorità è sospendere immediatamente l’acquisto di polpa di carta proveniente dalle Foreste di Sumatra, che, a causa della deforestazione,  dal 1985 al 2009 sono state ridotte da 25,3 a 12,8 milioni di ettari. Un aggravante per l’ambiente è data dal fatto che le principali foreste distrutte sono quelle con i terreni torbosi, suoli importanti perché rappresentano dei grossi ‘magazzini’ di CO2 ”. E’ quanto dichiarato da Massimiliano Rocco, Responsabile Foreste del WWF Italia, al Salone Internazionale del Libro di Torino intervenendo a margine della presentazione di Greenpeace della classifica “Salvaforeste” e del rapporto “Favole ammazza foreste!”, in occasione della quale è stata lanciata l’iniziativa comune delle associazioni ambientaliste contro la deforestazione.

 

“La perdita annuale di foreste si registra in particolare nelle province di Riau, Jambi ed Ace. Ed è Proprio nelle province di Riau e Jambi che operano April e APP, le due principali società coinvolte nella deforestazione delle foreste naturali. In particolare, la provincia di Riau ha il più alto tasso di deforestazione: dai suoi originari 6,8 milioni ettari di foreste è passata ad oggi a meno di 3 milioni di ettari”.

 

I NUMERI DELL’IMPATTO SU CLIMA E FAUNA. “Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera si stima che la perdita complessiva di foreste di Sumatra dall’85 al 2009 abbia generato il rilascio in atmosfera di 7,5 Gigatonnellate di Co2. Tutto questo ha un impatto mostruoso sulla fauna di Sumatra e la sua ricchissima biodiversità: gli elefanti, stimati in 4800 nell’85, sono diventati nel 2008 tra i 2500-2008; gli oranghi sono passatinel ‘90  da 12.700 esemplari a 6500 nel 2009; i rinoceronti da 450 – 800, nell’85, a circa 200 nel 2008; le tigri da 500 esemplari, agli inizi degli anni ’90, ad appena  240-250 nel 2009. E con questi numeri – conclude Rocco – c’è ancora qualcuno che si chiede cosa bisogna fare? Bisogna fermare gli acquisti di carta provenienti da queste aree, bisogna fermare la distruzione delle foreste di Sumatra”.

 


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