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AiBi: il piano nazionale varato dimentica l’adozione

Secondo l’associazione non è considerato il sostegno per le famiglie adottive e affidatarie

di Redazione

Si tratta per ora di sole linee direttive, ma una cosa è certa: il Piano nazionale per la Famiglia è divenuto realtà, grazie al lavoro del ministro Andrea Riccardi, che ha concluso un percorso iniziato nel 2007. L’approvazione del Piano da parte del Consiglio dei Ministri, avvenuta ieri, non può che dare sollievo alle realtà che operano a favore della famiglia, come notificato dal Forum delle Associazioni Familiari.

Duole però notare che, tra esigenza abitativa, aiuto alla disabilità e alla non autosufficienza, congedi parentali, servizi alla prima infanzia, restano fuori i riferimenti al sostegno per le famiglie adottive e affidatarie.

Amaro il commento di Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini. «È un Piano per chi la famiglia già ce l’ha, non per chi purtroppo deve trovarla oppure ne è privo – ha dichiarato Griffini, che pure saluta con plauso la priorità data agli interventi per i nuclei numerosi –. Mi riferisco ai minori senza famiglia che in Italia letteralmente non si contano più. Si sta sfaldando una delle qualità migliori delle famiglie italiane, l’accoglienza».

Il riferimento di Griffini è anche alla crisi dell’adozione – sia nazionale che internazionale – che nel nostro Paese minaccia di decimare le adozioni fino all’estinzione, prevedibile entro il 2020. A disegnare questo trend progressivo sono i dati ufficiali, relativi al calo dei decreti di idoneità (49%, registrato tra il 2006 e il 2011) e al calo delle domande di disponibilità da parte delle coppie (35% per l’adozione nazionale e 32% per l’internazionale, tra il 2006 e il 2010).

Un’emergenza cui occorre rimediare: a questo scopo l’intervento proposto da Ai.Bi. consiste in un pacchetto di riforme a “costo zero”, articolato in quattro punti fondamentali, in grado di far uscire adozione e affido familiare dalla crisi. Quattro punti da inserire nel Piano per la Famiglia, per far sì che  possa essere esteso anche a chi la famiglia non ce l’ha:

– 1 riforma dell’adozione per favorire una migliore accoglienza di minori adottabili, con abbattimento dei costi, snellimento delle procedure e un cambiamento culturale che veda la coppia come risorsa, al fine di ridare speranza a migliaia di coppie aspiranti (per approfondire: Manifesto “Oltre la Crisi” di Ai.Bi., www.aibi.it);
– 2 riforma dell’affido con ingresso del privato sociale nella gestione degli affidi familiari, al fine di sviluppare questa meravigliosa forma di accoglienza da anni in fase di stallo;
– 3 attivazione della Banca Dati dei minori fuori famiglia, per consentire l’adozione di centinaia di bambini residenti in Italia, oggi costretti a vivere nel “limbo” delle comunità educative;
– 4 riconoscimento giuridico per le Case Famiglia, per sviluppare finalmente questa forma di accoglienza che è la vera alternativa alle comunità educative nonché l’unica in grado di riattivare la relazione familiare per i minori fuori famiglia.


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