Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Sgombero in arrivo a Tor de’ Cenci

Amnesty: si va verso un altro campo basato sulla segregazione etnica

di Redazione

Oltre 350 persone di etnia rom sono a rischio di sgombero dal campo di Tor de’ Cenci“.

Lo segnala Amnesty International, in un appello urgente, in cui specifica che “le intenzioni del Comune di Roma sono di trasferirle in un nuovo campo, che costituirà un altro esempio di edilizia basata sulla segregazione etnica. Le autorità hanno pianificato la fine dello sgombero entro il 10 luglio”.
 
Più di 350 persone di etnia rom (per lo più di nazionalità bosniaca e macedone) risiedono nel campo di Tor de’ Cenci anche da 16 anni. Il campo è stato aperto dalle autorità locali nel dicembre 1995 ed è stato dotato di servizi di base, tra cui quelli scolastici.

“Negli ultimi due anni, tuttavia,” spiega Amnesty, “le autorità hanno cominciato a riferirsi a Tor de’ Cenci come a un campo “tollerato” (ovvero un campo che esiste da lungo tempo, ma costruito irregolarmente su un terreno pubblico o privato), minacciando di chiuderlo e di trasferire i residenti in un altro campo ancora più lontano dal centro abitato. Le condizioni di vita all’interno di Tor de’ Cenci sono progressivamente peggiorate, poiché il campo è stato di fatto lasciato a sé stesso dalle autorità in vista della sua pianificata chiusura”.
 
“Le autorità”, prosegue la nota di Amnesty, “intendono trasferire le famiglie nel nuovo campo della Barbuta, costruito nel 2011 sulla base dei poteri speciali previsti dall'”emergenza nomadi”, in una zona isolata adiacente all’aeroporto di Ciampino e circondato da recinzioni e telecamere di sorveglianza. Le autorità municipali vogliono usare La Barbuta esclusivamente per trasferirvi rom che vivono ora in altri campi di Roma. Se così sarà, si tratterà di un altro esempio di edilizia basata sulla segregazione etnica, vietata dal diritto internazionale e incoerente con l’impegno a favorire la fine della segregazione assunto nel febbraio 2012 dall’Italia di fronte alla Commissione europea con la presentazione della Strategia nazionale d’inclusione delle comunità rom, sinti e camminanti”.
 
La chiusura di Tor de’ Cenci e la costruzione della Barbuta”, spiega ancora l’organizzazione per i diritti umani, “rientrano nel Piano nomadi del Comune di Roma, che intende chiudere i campi informali e “tollerati” trasferendo i residenti all’interno di “villaggi attrezzati”. Il piano è stato lanciato nel 2009 nel contesto della cosiddetta “Emergenza nomadi”, uno stato d’emergenza discriminatorio e illegittimo proclamato dal governo italiano nel 2008 e dichiarato poi illegittimo nel novembre 2011 dal Consiglio di stato, il massimo organo di giustizia amministrativa italiano”.
 
“Nessuna garanzia procedurale e di legge è stata seguita per garantire che lo sgombero dei residenti di Tor de’ Cenci abbia luogo nel rispetto degli obblighi regionali e internazionali in materia di diritti umani. La consultazione con le famiglie rom non è stata reale, dato che è stata effettuata sotto la minaccia costante di sgombero mentre si ripeteva tanto ai residenti quanto agli organi d’informazione che Tor de’ Cenci sarebbe comunque stato chiuso. A questa situazione si sono aggiunti il grave peggioramento delle condizioni di vita nel campo e la mancanza di qualsiasi alternativa od offerta. Sebbene alcune famiglie sembrino disposte a trasferirsi, molte altre hanno espresso forte contrarietà al reinsediamento alla Barbuta”, conclude Amnesty

 Leggi le informazioni aggiuntive (15.64 KB)


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA