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L’autismo on-the-road che ha sbancato in libreria

Doveva solo rioordinare un diario di viaggio. E invece Fulvio Ervas ha scritto un libro bomba. Grazie a papà Franco e alle "fisse” di Andrea.

di Barbara Pianca

Tutto esaurito in una settimana. Undici ristampe, cioè 100mila copie, in due mesi. Copertine e inviti in tv. Fulvio Ervas da anni pubblica i romanzi gialli del veneto-persiano ispettore Stucky, ma il successo è arrivato con Se ti abbraccio non avere paura (ed. Marcos y Marcos). La storia di questo fortunato romanzo inizia dal dentista: «È stato lui» dice Ervas «a parlarmi di un amico che era stato tre mesi in vacanza con il figlio autistico e cercava qualcuno che lo aiutasse a sistemare il suo diario». Ervas accetta e per un anno ogni venerdì si incontra con Franco Antonello, lo ascolta, riordina i pezzi della sua memoria. E si rende conto di avere in mano una storia esplosiva.

L’autismo è legato alle ripetizioni, ai riferimenti ambientali certi. Nel 2010 invece Franco è partito con il figlio Andrea, 18 anni, verso l’ignoto. Un viaggio non pianificato, da Miami fino al Brasile. Andrea c’è stato. Ha avuto le sue crisi, ha sminuzzato tovagliette, scontrini, ha accarezzato pance non sempre disponibili, ha fissato l’acqua in fondo al water ma ha portato il suo mondo parallelo un po’ più vicino a quello del padre. Alcuni genitori di ragazzi autistici hanno voluto sottolineare che l’autismo è altro, «è un contenitore enorme, comprende ipotesi comportamentali diverse. Andrea non è grave, ma questo non diminuisce l’enormità dell’impresa che un padre e un figlio hanno affrontato insieme. Non abbiamo la pretesa di aver raccontato la verità sull’autismo: abbiamo detto che a volte è possibile provare a non proteggere troppo i figli e si può perfino osare a esporli. Franco vuole che Andrea sia famoso perché possa sentirsi più normale».

Insomma, Ervas porta il diario alla Marcos y Marcos e passa un anno al fianco di un editor prima di arrivare alla bozza definitiva. Il resto è storia recente. Ervas ci ha consegnato l’affiatamento di una coppia speciale che ha tagliato gli Stati Uniti in moto per entrare nel disordine dell’universo latino, dove Andrea è diventato una calamita, un eroe, un giovane uomo da amare. «Negli Stati Uniti Franco e Andrea non sono quasi mai scesi dalla moto ed è stato difficile dare spessore agli incontri. In America Latina è successo qualcosa di diverso. Lì se hai un figlio disabile non sono solo affari tuoi: la comunità ha un senso e le persone ti vengono incontro, ti offrono il loro aiuto». L’accoglienza latina e l’intraprendenza di Franco sono solo possibilità, ma è bello sapere che esistono.


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