Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Leggi & Norme

Imu, marcia indietro del governo

Cancellato, per volere dello stesso Monti, l'emendamento che salvava dall'imposta molti enti senza fine di lucro. Si torna così alla vecchia formulazione, bocciata nella forma dal Consiglio di Stato. L'ultima speranza è nel nuovo regolamento

di Gabriella Meroni

Come non detto. Sull'Imu si fa marcia indietro, e con un colpo di mano pilotato dallo stesso Monti l'emendamento che aveva "salvato" dal pagamento molti enti non profit è cancellato, il testo torna quello di prima e l'Imu dovrà essere versata da tutti gli enti che esercitano una quache attività commerciale, anche parziale.

Tutto si è svolto tra lunedì 5 novembre e ieri mattina, quando una telefonata dal premier, che si trovava a Kabul in visita ai nostri militari in Afghanistan, stoppa l'emendamento presentato dall'onorevole Gabriele Toccafondi che riformulava le esenzioni Imu in modo da estenderle a tutti quegli enti senza fine di lucro, che cioè reinvestono gli utili. Lo stop, dicono i rumors parlamentari, è dovuto al timore che la formulazione "non basti all'Europa", ovvero che comunque faccia correre il rischio all'Italia di essere sanzionata per aver agevolato le imprese non profit a scapito di quelle profit.

Al grido dunque (già sentito, e pure troppo, in questi ultimi mesi) di "L'Europa lo vuole", il governo presenta in fretta e furia un proprio emendamento che cancella il precedente (che pure era stato approvato all'unanimità), e che viene votato da tutte le forze politiche tranne PdL, Lega e – a sorpresa – i Radicali.

L'Imu torna dunque prepotentemente estesa a tutte le organizzazioni che esercitano una qualche attività commerciale, anche parziale (come per esempio  le mense dei poveri, le rimesse delle ambulanze, i centri di recupero per tossicodipendenti, le case accoglienza per ragazze madri) e/o richiedono un contributo agli utenti, così come era stato stabilito nel primo regolamento, quello poi bocciato dal Consiglio di Stato, anche se per motivi non sostanziali.

Sconfortato, come prevedibile, Gabriele Toccafondi ("è stato un colpo di mano degno di una monarchia", commenta la telefonata di Monti), che tuttavia apre uno spiraglio sul futuro: "Il Pd ha votato con il governo fidandosi di una promessa, che a questo punto anche io spero sia reale: che la modifica nella legge serva ad accontentare l'Europa, mentre nel regolamento e nelle ulteriori circolari che specificheranno i termini dell'imposta si tenga conto delle necessità delle organizzazioni senza fine di lucro. Noi vigileremo", conclude l'onorevole, "affinché questo accada e si possano quindi far sì che non tutti debbano pagare. Oltretutto presenteremo un ordine del giorno in aula per mettere la questione nero su bianco".


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA