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La carta d’identità parlante fa boom

Le dichiarazioni in Comune più che triplicate in sei mesi. Nello stesso periodo, alle Asl sono cresciute di poche unità. Ma siamo ancora lontani dall'estensione della possibilità a tutta Italia

di Sara De Carli

Più 365%. Sono le persone che in sei mesi, da aprile ad oggi, hanno espresso le loro volontà sulla donazione d’organi attraverso la carta d’identità. È il successo clamoroso di una possibilità prevista dal decreto legge 30 dicembre 2009 n.194, coordinato con la legge di conversione 26 febbraio 2010 n.25 – il cosiddetto “Milleproroghe”, che però a più di due anni di distanza è realtà solamente a Perugia e Terni, le due città sedi della sperimentazione (le Marche hanno da poco annunciato l’intenzione di avviare una sperimentazione in otto Comuni, compresa Ancona).
La sperimentazione si è conclusa in primavera, con buoni risultati, ma nulla in confronto all’exploit registrato negli ultimi sei mesi. Ad aprile il report ufficiale della sperimentazione (durata 18 mesi) contava infatti 760 dichiarazioni espresse (il 92,4% a favore della donazione degli organi): da allora altri 2.774 cittadini hanno espresso la loro volontà al momento del rinnovo della carta d’identità, più che triplicando le adesioni. Nello stesso periodo, le dichiarazioni rilasciate alle Asl delle due città sono aumentate di sole 35 unità. In  Comune, invece, solo dal 4 al 7 novembre (tre giorni lavorativi) hanno dato indicazioni di volontà ben 32 persone.

Le ragioni del successo – «In Comune il cittadino viene in contatto con un operatore in carne ed ossa, che chiede direttamente se si desidera o meno esprimere la propria volontà in materia di donazioni. È chiaro che, se sollecitato direttamente e personalmente, la risposta è più alta», spiega Maria Rita Tamburrini, responsabile della sperimentazione per il CCM. «Il valore aggiunto è che questi dati vengono inseriti immediatamente nel Sistema Informativo Trapianti», cioè il sistema dove si verifica ogni possibilità di donazione degli organi, in tempo reale. Tale sistema oggi conta complessivamente 1.327.928 dichiarazioni,  di cui 1.195.865 tramite iscrizione all’Aido, 114.684 registrate alle Asl e 3.534 registrate nei due Comuni dell’Umbria. Un altro dato che si evince è che le dichiarazioni favorevoli alla donazione in Comune sono il 95,2%, a fronte dell’89,2% che si registra fra quelle depositate alle Asl.

L'estensione a tutt'Italia – «La sperimentazione è stata un successo e il suo proseguimento lo conferma. Stiamo lavorando con i Comuni e i Ministeri competenti per estendere la possibilità all’intero territorio nazionale, c’è una bozza di direttiva che deve essere approvata dai Ministeri e poi passare in Conferenza Unificata, dove definiamo la formazione dei dipendenti comunali e la necessità di fare campagne informative alla cittadinanza», anticipa Tamburrini. Ma quando? «Stiamo lavorando, ma non siamo in dirittura d’arrivo».  
 


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