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Il non profit a Crocetta: «Ora meno burocrazia, più sociale»

Le associazioni dell'Isola dettano l'agenda del nuovo governatore: «Non disperdere i fondi europei, riforme per dare lavoro ai giovani e profonda discontinuità nelle prassi politiche regionali»

di Elisa Furnari

Il nuovo Governatore della Sicilia si è insediato e tra tagli annunciati e promesse di stabilità resta alta l’attenzione sul voto siciliano, vuoi   per  l’allarmante astensionismo che  rischia di riproporsi in altre regioni, vuoi per il Fenomeno Grillo ma soprattutto perché su molti profili la Sicilia sembra rischiare il collasso.

E’ d’obbligo chiedersi come ha reagito il Terzo Settore siculo davanti a questo “rivoluzionario” risultato elettorale e come la politica – a tratti rinnovata e a tratti assolutamente tradizionale e tradizionalista – voglia traghettare la Sicilia verso un destino (speriamo) migliore.
Abbiamo deciso di avviare il primo “dibattito” tra il mondo del non profit ed il nuovo governo chiedendo a tre esponenti siciliani del terzo settore e della società civile di fornirci una loro impressione sul risultato delle urne dando loro la possibilità di fare qualche domanda, anche scomoda, ai nuovi deputati che a breve siederanno sugli Scranni del’ARS.   
Gli argomenti sui quali sono stati sollecitati i nuovi deputati sono certamente spinosi, dallo sviluppo economico al “carrozzone” della formazione professionale fino all’economia civile e i provvedimenti d’urgenza. Dal confronto emerge che il Terzo Settore ha le idee molto chiare e la deputazione molti programmi ….  

Secondo Anna MannoPresidente Regionale del Movimento Cristiano Lavoratori – “astensionismo al 51% e voto di protesta in favore del movimento 5 stelle chiamano in causa tutte le forze politiche che hanno male amministrato la Sicilia negli ultimi anni. Auspico che il governatore Crocetta faccia “piazza pulita”- così come ha dichiarato- di tutti i personaggi che con incarichi professionali, inutili e costosissimi, elargiti a iosa dal precedente governo hanno affossato le casse regionali e messo a rischio migliaia di posti di lavoro. E’ necessaria una politica sociale, equa, capace di contrastare le lobbies, privilegiando il bene comune.
Ad un nuovo deputato chiederei: “ Quale strategia pensa di attuare per utilizzare in toto i fondi europei, visto che per mancanza di progettualità, sono stati rimandati indietro miliardi di euro” e “ritiene opportuno rivalutare la L.R. 24 della formazione professionale, messa in disparte per favorire lobbies, enti e imprese private a scopo di lucro finanziate con fondi pubblici e regionali?”
Al Presidente Manno risponde Concetta Raia, al secondo mandato è stata eletta nel collegio di Catania, vanta una lunga esperienza in CGIL
“I fondi europei purtroppo, da chi ha governato questa Regione negli anni precedenti, non sono serviti a eliminare quel gap strutturale e infrastrutturale carente nella nostra Regione , ma sono stati sperperati in mille modi (compreso feste paesane), fa bene il presidente Crocetta ad attivarsi con la comunità europea per impedire che i fondi tornino indietro (6mld di euro destinati alla Sicilia ad oggi utilizzati solo il 10%). Non vi è dubbio che la formazione in Sicilia è servita per i formatori e non per formati, alimentando posti di lavoro clientelari che hanno visto crescere a circa 10mila unità  gli operatori che operano in questi enti e che non percepiscono gli stipendi da oltre un anno, è un problema che va risolto ma non credo che si possa tornare indietro (legge 24 per intenderci), vanno invece accelerate tutte le iniziative affinchè il sistema entri a regime dando tranquillità economica al settore e agli operatori.

Secondo Steni Di Piazza, presidente del Laboratorio di Economia Civile AvoLab “Attraverso l'astensionismo ed il voto dato al movimento 5 stelle la gente di Sicilia ha voluto lanciare un forte messaggio ai partiti tradizionali. Al nuovo governo chiedo ad alta voce di fare, concretamente,  le riforme necessarie per una ripresa economica che dia lavoro alle nuove generazione, di costruire le regole per un nuovo modello economico civile e più solidale” Ad un nuovo deputato chiederei: “Come intendete affrontare il tema della ripresa economica in termini di sviluppo locale e quale sarà la vostra strategia su temi di grande attualità come la normazione dei beni comuni”?
Al Presidente Di Piazza risponde Giorgio Ciaccio, giovane eletto a Palermo tra le fila del Movimento 5 Stelle  “La nostra Regione potrebbe vivere essenzialmente di turismo, agricoltura,artigianato, pesca e risorse umane. Per il turismo abbiamo programmato d'incentivare i Comuni ad elaborare piani di attività culturali e di intrattenimento, declinare il turismo alla luce della protezione ambientale, abolire la tassa di soggiorno per i turisti siciliani,  attuare  il Piano di sviluppo della nautica da diporto della Regione Siciliana del 2001. L’agricoltura è un altro settore martoriato dalla cattiva amministrazione . Prevediamo il blocco delle imposte e contributi e sospensione immediata delle cartelle esattoriali, il passaggio graduale all’agricoltura biologica, la creazione di una rete di produttori secondo forme associative e cooperative, soddisfare la domanda locale con  produzioni locali , creare un marchio DOC per i prodotti agricoli del territorio siciliano  e_usare in modo  efficace, efficiente e non clientelare i fondi dei Programmi Operativi Regionali e  quelli relativi al Piano di Sviluppo Rurale con la partecipazione delle associazioni Regionali dei Produttori Agricoli e Florovivaistici   ai tavoli di programmazione. Per quanto riguarda i beni comuni come acqua, aria, ambiente cioè tutti quei beni capaci di assicurare ad ogni individuo il diritto di  una esistenza degna di tale definizione , non tralasciando  le necessità delle future generazioni, è necessario che la loro gestione resti pubblica e lontano da privatizzazioni selvagge e clientelari.

Per Gaetano Mancini presidente di Confcooperative Sicilia l'astensione ed il voto di protesta rappresentano la distanza del cittadino dalla politica e dai partiti. È necessaria una profonda discontinuità nelle prassi politiche regionali: basta risorse a perdere per la clientela e l'assistenzialismo, maggiore valorizzazione delle nostre potenzialità, dall'agroalimentare al turismo, e più attenzione all'area del disagio con servizi per le famiglie ed i meno fortunati.  L'auspicio e' che il Presidente Crocetta trovi il sostegno delle forze parlamentari più disponibili al cambiamento intorno ad un progetto di vero rilancio costruito tramite il coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative delle imprese e dei lavoratori. Va peraltro in questa direzione l'appello lanciato dal Forum delle Associazioni cattoliche siciliane. Ma se questo e' il compito della politica deve essere ben chiaro il fatto che il destino della nostra Regione e' anche nelle mani di ciascuno di noi. È in tal senso necessario recuperare il motto di Don Pino Puglisi " … Se ognuno fa qualcosa ….". Quella è la vera strada del cambiamento.
Ad un nuovo deputato chiederei: “quali sono le tre iniziative che vorrebbe promuovere nei primi sei mesi di attività parlamentare e quali sono a suo giudizio le priorità in termini di tagli al bilancio ed in termini di assegnazione di risorse in vista della imminente legge finanziaria”?
Al Presidente Mancini risponde Franco Rinaldi, messinese, che torna a Palermo per la terza volta.  
“Innanzi tutto va scongiurato il pericolo di perdere definitivamente gli oltre 5 miliardi di risorse comunitarie non ancora impegnate. Poi va evitata la chiusura dei cantieri edili, di recente minacciata dall'Associazione dei costruttori, i quali risultano creditori nei confronti della Regione di somme ingenti. Ed infine, va trovato il modo di dare un pó di ossigeno alle asfittiche casse degli enti locali da cui dipende il presente ed il futuro di tanti lavoratori precari."
"Bisognerà cominciare con un taglio sensibile ed esemplare ai cosiddetti costi della politica. Al tempo stesso dovremo ridurre i fondi destinati al funzionamento della macchina amministrativa regionale, nelle sue varie articolazioni, eliminando sprechi, doppioni e costi improduttivi. Con la finanziaria dovranno invece essere liberate risorse da destinare alla spesa produttiva, cioè quella capace di rimettere in moto l'economia e lo sviluppo di questa regione."


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