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Reggio Emilia bandisce le sale giochi dal centro abitato

"Le ordinanze non funzionano: è attraverso le limitazioni alle destinazioni urbanistiche che potremo arginare il fenomeno", rilancia il sindaco Graziano Del Rio, presidente dell'Anci

di Redazione

A Reggio Emilia si fa sul serio: il Consiglio comunale prende in mano in piano urbanistico e introduce una variante che restringe a determinati luoghi, lontani dal centro storico e dai quartieri residenziali, l'eventuale apertura di sale giochi con slot machine, videolottiry, bingo e scommesse varie.

"E' un divieto che vuole allontanare il rischio di dipendenza e disagio per i cittadini e le famiglie: spostando le sale fuori dal centro abitato l'operatività è differente, una persona che vuole giocare va apposta in quel luogo anziché trovarsela in pieno centro", spiega a Vita.it Graziano Del Rio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell'Anci, Associazione nazionale comuni italiani.

Il nuovo Regolamento urbanistico edilizio (Rue) prevede che siano idonei all'inserimento di sale giochi solo gli edifici classificati come 'ambiti specializzati per attività produttive'. Sono previste in queste aree ampie dotazioni di parcheggi pubblici ma è vietata la possibilità di monetizzazione degli stessi. "Nessuna ambiguità, siamo contro contro il gioco d'azzardo", sottolinea Del Rio, "peccato che il Governo invece non abbia fatto nulla in tal senso, anzi: ritengo scandaloso che la tassazione di queste attività sia passata dal 30 per cento del 2000 all'attuale 10 per cento, sottraendo allo Stato entrate che avrebbero permesso di ridurre le manovre finanziarie".


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