Politica & Istituzioni

L’Onu mette al bando le mutilazioni femminili

La soddisfazione di Amnesty: "Un passo importante per chi si è impegnato in questi anni e per le donne che hanno subito questa pratica orribile"

di Redazione

L'assemblea generale dell'Onu ha adottato la risoluzione di messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (mgf), depositata dal gruppo dei Paesi africani e in seguito sponsorizzata dai due terzi degli stati membri delle Nazioni unite.

La risoluzione  esorta gli Stati membri dell'Onu ad intraprendere "tutte le misure necessarie" e a varare leggi che "proteggano le donne e le ragazze da questa forma di violenza, mettendo fine all'impunita'". Le misure punitive contro chi viola le leggi dovranno essere accompagnate da misure educative per sradicare questa pratica. E vanno previste asssitenza sanitaria e psicologica alle donne che hanno subito le mutilazioni.

"Questo è un momento importante per tutti coloro che sono impegnati nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili e in particolar modo per tutte le ragazze e le donne che hanno subito questa pratica mostruosa" ha dichiarato José Luis Diaz, rappresentante di Amnesty International presso le Nazioni Unite a New York.
 
"La risoluzione Onu inserisce le mutilazioni genitali femminili nel quadro dei diritti umani e richiede un approccio globale, sottolineando l'importanza per il senso di legittimazione delle donne, la promozione e protezione della salute sessuale e riproduttiva e spezzando il ciclo della discriminazione e della violenza".
 
Ogni anno le mutilazioni genitali femminili colpiscono circa 3 milioni di ragazze in quasi 30 paesi.


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