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Cooperazione & Relazioni internazionali

Il terrore non fermerà il popolo tunisino

Su Yalla Italia la testimonianza sul lutto di un Paese per un suo figlio assassinato dal regime

di Leila El Houssi

A due anni dalla rivolta la Tunisia piange. Piange uno dei suoi figli, Chokri Belaïd del Movimento patriottico democratico assassinato a sangue freddo la mattina di mercoledì 6 febbraio mentre usciva da casa. Oppositore del regime di Ben Ali, Chokri Belaïd è sempre stato in prima fila per la difesa dei diritti dei cittadini, dei lavoratori e delle donne. Definito anche “uomo del dialogo” era impegnato nella ricostruzione della Tunisia che faticosamente sta affrontando la sfida del rinnovamento nazionale.

L’emozione è palpabile nel paese che due anni fa con forza e coraggio ha alzato la testa in nome di una dignità che gli era stata tolta. Migliaia di cittadini si riversano nelle piazze gridando slogan e manifestando contro questo barbaro agguato. Sino ad ora non sembra esserci alcuna rivendicazione, ma la situazione è incandescente. E forse è quello a cui mirava chi ha compiuto questo attentato? La destabilizzazione del paese? O il tentativo è quello di insinuare la paura?

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