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Domani 781 nuovi cittadini a Cantù

Domani il sindaco conferirà la cittadinanza onoraria ai 781 minori figli di cittadini non italiani residenti in città.

di Redazione

In principio era stata la Provincia di Pesaro Urbino, che a inizio 2012 aveva conferito la cittadinanza onoraria ai nati da genitori stranieri. Con tanto di placet del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a calmare le polemiche. In un anno si sono moltiplicati i Comuni che hanno scelto di conferire ai bambini stranieri residenti la cittadinanza onoraria. Domani tocca a Cantù. Durante la tradizionale festa di Sant’Apollonia, nella meravigliosa cornice della basilica di Galliano, il sindaco Claudio Bizzozzero consegnerà le benemerenze civiche a quattro canturini che si sono particolarmente distinti e poi darà la cittadinanza simbolica ai 781 minori figli di stranieri residenti in città.
«Dopo lunga discussione il Consiglio Comunale ha approvato la mozione con cui riconosce la cittadinanza italiana simbolica a tutti i bambini nati in Italia da genitori stranieri e residenti a Cantù», ha scritto questa notte su Facebook il sindaco, al termine del Consiglio.  «Nel contempo, invita lo Stato ad adottare, quanto prima possibile, il principio dell'acquisizione della cittadinanza per nascita nel territorio della Repubblica. Un piccolo passo per un gruppo di consiglieri comunali, ma un grandissimo balzo in avanti per la nostra città».

La delibera approvata riconosce «la cittadinanza italiana simbolica ai minori nati in Italia da genitori stranieri e residenti a Cantù, previa accettazione di tale riconoscimento simbolico da parte dei genitori del minore o da chi ne rappresenta la tutela legale». Il Comune di Cantù «si impegna a conferire ogni anno, con cerimonia pubblica, fino a quando lo Stato italiano non riconoscerà la cittadinanza secondo lo “ius soli”, il riconoscimento simbolico di cittadinanza italiana ai minori nati in Italia da genitori stranieri e residenti a Cantù, previa accettazione di tale riconoscimento simbolico da parte dei genitori del minore o da chi ne rappresenta la tutela legale». E si invitano «il Governo e il Parlamento a dare seguito alle proposte di legge d’iniziativa popolare sui diritti di cittadinanza promosse dalla campagna “L’Italia sono anch’io” che modificano la L. 5 febbraio 1992 n. 91 “Nuove norme sulla cittadinanza” introducendo il criterio dello “ius soli”».

Ed ecco la lettera che il sindaco ha inviato ai 781 minori nati in Italia da genitori con cittadinanza non italiana e residenti a Cantù:

«Carissimo/a

scrivo a te ed agli altri 780 minori che sono nati in Italia da genitori stranieri e che stanno crescendo nella nostra comunità e nelle nostre scuole.

La legge della nostra Repubblica dice che quando avrai compiuto 18 anni potrai chiedere che ti venga riconosciuta la cittadinanza italiana, ma io spero che prima di allora il nostro paese possa cambiare le sue leggi per riconoscere in te quello che, per quanto mi riguarda, sei già ora per diritto di nascita: un cittadino italiano sotto ogni punto di vista.

Questa mia lettera potrebbe fermarsi qui, ma poichè prima che Sindaco io sono padre di tre bambini, pensando a loro voglio dirti qualcosa in più: io ti considero a tutti gli effetti un mio concittadino al pari di tutti gli altri, ma soprattutto ti considero tanto canturino quanto lo sono i miei stessi figli e perciò spero che anche tu, al pari dei miei bambini, possa sentire con orgoglio di far parte di questa nostra bella comunità.

Ti ho scritto queste cose perchè ritenevo che fosse mio preciso dovere farlo, nella mia veste di Sindaco di una città assai più civile e moderna di quanto taluno voglia far pensare.

Il 9 febbraio, giorno di festa per la nostra Cantù, dichiarerò pubblicamente queste cose che ora ti ho scritto.

Lo farò durante la celebrazione di assegnazione delle benemerenze civiche che si terrà alle ore 15 presso la Basilica di S. Vincenzo in Galliano.

Ti invito perciò a venire alla celebrazione insieme ai tuoi genitori e a chi altri vorrai invitare. Sarò felice di vederti vicino a me quando leggerò pubblicamente questa lettera che ti ho scritto».
 


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