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Post Opg, in Abruzzo la prima mini-struttura

Convocazione straordinaria del comitato Stop Opg sulla confusione e l'improvvisazione che caratterizza la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari

di Redazione

La Regione Abruzzo è la prima a destinare le risorse per il superamento degli OPG, ripartite solo lo scorso 7 febbraio, in grave ritardo sulla tempistica prevista dalla legge, secondo cui i sei OPG d’Italia dovevano chiudere entro il 1 febbraio 2013 che dal 1 aprile 2013 le misure di sicurezza non si eseguiranno più dentro gli OPG. Già l’11 febbraio la giunta Chiodi ha deliberato per utilizzare i 3,6 milioni di euro dell’Abruzzo per costruire una nuova struttura da 20 posti letto a Lanciano, che ospiterà i 18 attuali internati dell’Abruzzo.
Per il Comitato Stop OPG regionale di tratta di «un internato» e del «primo manicomio che riapre»: nessuna attenzione da parte della Giunta alle proposte del Comitato, che pensava a una casa, con il supporto di personale psicosociale e sanitario.

Quel che è successo in Abruzzo, secondo Stop OPG  è lo spettro di quel che sta per succedere in tutta Italia. «Chiudono gli OPG o riaprono i manicomi?» era lo slogan scelto e «ahi noi avevamo visto giusto». Il rischio che vedono è una proroga di fatto  degli OPG o pericolose soluzioni improvvisate, con una attenzione più alla nuove strutture che alla persone. Di fatto, per esempio, nessuna dimissione è avvenuta per le persone senza pericolosità sociale, che invece la legge imponeva “senza indugio”.

Proprio ieri la Società italiana di psichiatria ha chiesto una proroga per la chiusura degli OPG (la decisione ha rappresentato una svolta epocale ma “è stata gestita come un salto nel vuoto senza paracadute – ha esordito Claudio Mencacci, presidente della Sip – Bisognava procedere con gradualità e invece non c’è stata alcuna progettualità) e lo stesso Ignazio Marino ha ribadito la richiesta al Governo di un commissario che abbia pieni poteri  e gestisca l’iter di chiusura.

La richiesta di Stop OPG invece è quella di organizzare tramite i DSM «l’assistenza alternativa all’internamento, con le dimissioni e – dove servisse – in piccole strutture, non in quelle che si stanno progettando e che riproducono la logica manicomiale. Quel che sta accadendo conferma la nostra richiesta di costituire una Autorità Stato Regioni ad hoc sugli OPG, dotata di poteri sostitutivi, come accadde per chiudere i manicomi».  Per questo Stop OPG ha convocato una riunione straordinaria di Stop OPG a Roma per il 5 marzo.

 


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