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Ricorso respinto al primo obiettore fiscale d’Italia

Andrea Mazzi aveva ritenuto contro coscienza contribuire con le proprie tasse a finanziare strumenti di morte: la Commissione tributaria, però, oltre a non riconoscergli tale diritto gli ha addebitato le spese legali. Ma lui non si ferma

di Redazione

Dopo circa sette mesi di attesa, la Commissione tributaria di I grado di Modena ha reso nota la sentenza in merito al ricorso riguardante l’obiezione fiscale alle spese militari e abortive presentato dall’obiettore Andrea Mazzi, membro dell'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ricorso discusso in udienza pubblica il 24 aprile 2012 (vedi a lato l'intervista di quel giorno).

La Commissione ha respinto il ricorso, non ha dunque rinviato gli atti alla Corte di Giustizia Europea come chiesto dall'obiettore, non riconoscendo il diritto all'obiezione di coscienza fiscale quando i soldi versati vadano a finanziare attività ritenute gravemente ingiuste dalla libera coscienza del contribuente. Contribuente a cui oggi resta solo la possibilità di ribellarsi con un'azione di protesta nonviolenta di cui paga di persona tutte le conseguenze. Anzi, la Commissione ha ulteriormente sanzionato l’obiettore addebitandogli le spese legali della controparte (180 Euro). Tuttavia essa non ha giudicato banale il ricorso, infatti la sentenza entra nel merito e dedica attenzione alle questioni poste dal ricorrente.

Nel frattempo in questi mesi la vicenda del ricorso, e così anche la proposta dell’obiezione fiscale, hanno incontrato interesse e simpatia crescente da parte di diverse persone, che, ancora più in questo periodo di difficoltà economiche, testimoniano all'associazione la loro insofferenza per essere costretti a pagare tasse per la morte. Un primo segno concreto è che a Mazzi sono arrivate offerte che hanno già coperto l’importo delle spese legali. "Questo interesse rafforza la comunità Papa Giovanni XXIII nel sostegno all’obiezione alle spese militari e abortive e all’impegno di Mazzi, che attualmente sta valutando se presentare appello in Commissione tributaria di II grado contro questa sentenza", spiega Paolo Ramonda, presidente dell'associazione. "Diceva infatti al riguardo il nostro fondatore don Oreste Benzi: 'E' un sacrosanto diritto rifiutarsi di finanziare attività contro la vita'".

Anche la stessa Equitalia, riconoscendo l'alto valore morale di questa campagna, alcuni mesi fa ha sospeso un nuovo fermo amministrativo verso l'automobile di Mazzi, che aveva inizialmente minacciato. "Per rilanciare questa campagna, da quest'anno abbiamo iniziato a proporre, per quanto riguarda le spese abortive, la modalità di obiezione tramite il mancato pagamento di una quota del bollo auto", continua Ramonda, "questo per dare la possibilità di obiettare a persone che non hanno imposte dirette da versare: infatti il bollo auto concorre a finanziare spese militari e per gli aborti così come la quota di addizionale Irpef ragionale.
 


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