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Famiglia & Minori

L’Osservatorio per Giovanardi è «solo lottizzazione»

L'ex sottosgretario con delega alla famiglia attacca le nomine fatte da Riccardi tre giorni prima delle elezioni: «salvo solo Zamagni»

di Sara De Carli

Il giudizio di Carlo Giovanardi è tranchant. Per lui, l’unico che si salva all’interno del nuovo Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla Famiglia, è il presidente, il professor Stefano Zamagni. «Su di lui non ho niente da dire, a parte forse l’ineleganza del fatto che il professore provenga dalla stessa Università del suo predecessore, il professor Donati, cioè Bologna. Ma è un dettaglio, entrambe sono persone di altissima caratura». Per il resto, invece, le scelte fatte dal ministro Andrea Riccardi non gli piacciono per nulla. Carlo Giovanardi aveva, nella legislatura precedente, le deleghe che sono state di Riccardi: famiglia, servizio civile, adozioni, politiche antidroga. «In un anno e due mesi tutti i quattro dipartimenti sono stati distrutti. Guardiamo alla famiglia, c’erano persone eccezionali, di grandissima esperienza, che io ho trovato al mio ingresso e la cui professionalità ho riconosciuto. La Bindi prima di me aveva fatto un grande lavoro, penso al piano nidi e al premio famiglia, io l’ho riconosciuto, perché ho sempre pensato che il mio compito fosse quello di far funzionare la struttura, non di farne una occupazione politica, usando le deleghe per altre ragioni. In questo anno invece non si è fatto nulla e persone competenti come Roberto Marino non ci sono più» [al suo posto, alle politiche per la famiglia c'è Luciana Saccone, che viene dal dipartimento servizio civile e dall'antidroga, mentre Marino è all'editoria, ndr].

A Giovanardi non va giù il fatto che l’Osservatorio sia stato nominato da un Governo in esercizio provvisorio («e temo che la stessa cosa verrà fatta in questi giorni anche per la consulta nazionale per il servizio civile, senza alcun fair play», aggiunge), né i nomi scelti. «Il DPCM che istituisce l’Osservatorio parla di soggetti di elevata e comprovata professionalità nel campo delle politiche sociali e familiari – cita. Qui invece mi sembra che di scientifico ci sia solo la lottizzazione. Il comitato tecnico scientifico deve essere neutro: che autonomia può avere un comitato in cui le persone hanno un rapporto diretto con il Ministro che li ha nominati?».
Giovanardi passa in rassegna i nomi. Daniela Pompei «si è sempre occupata di immigrazione, è della Comunità di Sant’Egidio ed è consulente del ministro Riccardi. Se lo immagina se avessi nominato io un mio consulente? Sarebbe venuto giù il mondo». Rosita D’Angiolella «è consigliere giuridico presso l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali ed è stata candidata al Senato con Monti: capisco che oggi i temi siano interconnessi, ma qui stiamo parlando della famiglia, mi viene il dubbio che abbiano sbagliato organismo». Nemmeno la nomina della azzurra Mariella Burani Procaccini lo soddisfa: «Il suo nome era stato fatto anche nel momento in cui io avevo nominato il Comitato. Ma le avevo spiegato che essersi occupati di questi temi non bastava per entrare in un comitato tecnico scientifico. Oggi mi sembra che il suo nome sia stato inserito per una pura logica di lottizzazione. Non può essere scientifico un comitato che è scientificamente lottizzato. È questo che non mi sta bene, non discuto le capacità professionali dei singoli ma il fatto che la vecchia politica sia stata linciata e la presunta nuova faccia cose di questo tipo».
 


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