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Così si evolve l’sms solidale

Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro è la prima grande onlus che inserisce il mobile payment nella sua raccolta fondi. Una rivoluzione spiegata dal presidente di Movincom, il consorzio che l'ha resa possibile

di Sara De Carli

Dopo l’olio, il parcheggio, lo skipass, un biglietto a teatro e l’assicurazione, il mobile payment conquista anche il fundraising. La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro (FPRC) è la prima grande non profit in Italia a inserire il mobile payment nella propria raccolta fondi e la prima in assoluto a sperimentare il pagamento tramite QRCode, attraverso bemoov. Basta iscriversi al programma, inserire una volta gli estremi della propria carta di credito e scaricare l’app gratuita buybemoov: da quel momento si avrà accesso a una serie di esercenti e servizi che si possono pagare con il cellulare, tra cui appunto anche la non profit FPRC.  Per fare una donazione sarà sufficiente mandare un sms con un testo predefinito (ad esempio 5 per donare cinque euro, tre le cifre disponibili), mentre a chi ha uno smartphone basterà inquadrare un QRCode,  sicuro proprio perché interno al circuito e leggibile solo con l’apposita app. Su Vita in edicola da oggi il debutto viene raccontato da Enrico Senes, responsabile fundraising, marketing, comunicazione di FPRC. Invece Enrico Sponza è il presidente di Movincom, il consorzio di esercenti che ha creato il brand bemoov. E il salto nel non profit lui lo spiega così.

FPRC è la prima grande onlus a usare bemoov. Una bella novità?
Prima di FPRC abbiamo lavorato con 1Caffè onlus: sono stati i primi ad attivarsi sul mobile payment, ma si tratta di una onlus molto particolare, sia per la logica del carosello – ogni giorno destina i soldi raccolti a una realtà diversa – sia perché vive moltissimo in logica social, è spiccatamente digitale. FPRC è la prima onlus grossa che si attiva su questa modalità di donazione e la prima in assoluto che sperimenta i QRCode.

Cosa cambia?
La sintassi più tradizionale si basa sull’sms, per cui basta mandare un sms al numero della onlus, che è sempre lo stesso, per sempre. La primizia riguarda le donazioni via QRCode: FPRC hanno quattro QRCode che potranno utilizzare su tutti i materiali – lettere, affissioni pubblicitarie, newsletter, sui pulman – da leggere con un’applicazione gratuita che si chiama buy bemoov, che è un’app orizzontale, che serve per pagare qualunque servizio nostro, per esempio qui a Torino anche la corsa dei taxi. Se lei legge il QRCode di donazione con un lettore standard, le arriva un messaggio che dice che “questo QRCode deve essere letto con buybemoov”, proprio perché questo non è il classico QRCode informativo ma è dispositivo, c’è un pagamento, serve più sicurezza. I codici sono diversi per la donazione da 1, 5 e 10 euro: il quarto QRCode prevede una donazione di importo libero. In questo caso viene chiesto un codice di sicurezza.

Quali vantaggi questo sistema può portare alle onlus?
Le donazioni solidali fatte con gli sms presentano due ordini di problemi. Il primo è che il numero viene assegnato per un tempo limitato, definito, quindi io non riesco ad attivare un processo cotonuativo di donazione. Qui invece c’è la possibilità di strutturare azioni marketing attive su tutto l’anno, perché il numero resta ed è sempre lo stesso. La seconda cosa è l’importo: con una donazione solidale posso donare una cifra precisa, 2 euro al massimo: qui invece io posso fare anche donazioni corpose, anche mille euro. Terzo elemento importante, anzi direi fondamentale, è la possibilità di creare un contatto stabile con i donatori.

Cioè?
Quando lei fa la donazione con sms solidale, lei manda l’sms e la onlus riceve dei soldi dall’operatore telefonico. La onlus di lei non sa nulla, nemmeno il numero di telefono. Non è in grado di stimolare, ricontattare. Invece qui c’è una grande innovazione. Dopo che lei ha fatto la donazione, autorizzata sulla carta di credito o alla prepagata che lei ha agganciato al suo numero di cellulare, a lei arriva un sms che dice “grazie” e le propone di cliccare a un link per avere la ricevuta in pdf della donazione, per scaricarla in dichiarazione dei redditi. In questo modo la onlus costruisce un data base continuo dei donatori, che è una cosa importantissima per costruire una relazione con loro.

Come si costruisce la massa critica degli utenti?
Sfruttando la sinergia della comunicazione di tutti i servizi che fanno parte del circuito. Il mio bisogno di pancia primario magari è quello di pagare il parcheggio senza più dover cercare il gratta e sosta o avere le monetine in tasca, per un altro invece il motivo della prima iscrizione sarà un altro. Però il bello è che su bemoov l’utente deve fare una sola iscrizione nella vita e con quella iscrizione può comprare qualsiasi servizio del circuito, sempre con lo stesso pin: facendo massa critica con la comunicazione di tutti, quindi, si ha accesso a tutto. Ci sarà una percentuale di persone che si registrerà per donare, anche se devo dire che oggi l’80% dei nostri utenti si è iscritto o per la sosta o per il biglietto dell’autobus.

Bemoov è anche canale di comunicazione, non solo di pagamento?
Sì, bemoov è un brand di tutti gli esercenti, non a caso siamo nati come consorzio di esercenti, aperto a tutti. Chiunque vuole entrare a giocare in questo modello può entrare. La derivata generale delle comunicazione singole è una comunicazione forte, di massa, nel tempo, dove tutto punta al sito bemoov, che di fatto è innanzitutto una sorta di pagine gialle geolocalizzate dei servizi attivi, e io mi posso iscrivere direttamente via smartphone.

L’elemento "territorio" conta?
Conta. Sia dal punto di vista di terzo settore, per cui potrei essere stimolato, su base geolocalizzata, a donare per la struttura in cui mi trovo, sia – ci stiamo lavorando con un'amministrazione pilota – per pagare il ticket sanitario nella struttura in cui mi trovo.

Quale è il valore per Movincom della partnership con FPRC?
In primis filantropico. Ci interessava fare qualcosa non rivolto al business tout court. Dall’altra parte l’obiettivo è fare in modo che le onlus possano attivarsi su sistemi di questo tipo a costi tendenti a zero. È ovvio che sulle onlus con una certa copertura sul territorio che anche un ritorno importante in termini di comunicazione. FPRC è la prima che parte, l’auspicio è di mettere a disposizione piattaforme analoghe ad altre onlus, in futuro.
 


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