Welfare & Lavoro

Pronta a partire la nuova social card

È stato registrato alla Corte dei Conti il decreto che avvia la sperimentazione della nuova social card: i requisiti e le modalità per averla. La sorte deciderà quali famiglie andranno nel "gruppo di controllo"

di Sara De Carli

Parte la nuova social card. Il decreto che la avvia è stato registrato il 10 aprile dalla Corte dei Conti (il testo in allegato). La sperimentazione coinvolgerà le 12 città più grandi del paese – Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona – durerà un anno e avrà a disposizione un budget di 50 milioni di euro. Non si fa cenno, nel testo del decreto, alla Sicilia, che secondo quanto ci aveva anticipato a gennaio il sottosegretario Maria Cecilia Guerra, principale artefice della nuova sperimentazione, sarebbe stata invece coinvolta nella sepriemntazione con tutti i suoi Comuni. «La sperimentazione concretamente non partirà prima di aprile-maggio», ci aveva detto la Guerra. Ed eccoci. 
 
La nuova social card nei 12 Comuni citati affiancherà la ‘vecchia’ carta acquisti del 2008, che, nel frattempo, continuerà a essere distribuita: i nuclei beneficiari della nuova social card, nel caso lo siano già della vecchia, dovranno però rinunciare alla precedente. La sperimentazione durerà 12 mesi. La nuova social card ha come obiettivi primari la lotta alla povertà minorile, a partire dalle famiglie più marginali rispetto al mercato del lavoro. La cifra caricata sulla nuova social card sarà calcolata in base ai componenti del numerosità del nucleo familiare e sarà ben superiore a quella previsto dalla social card ordinaria: si va dai 231 euro mensili per il nucleo di due componenti ai 404 euro per le famiglie con 5 o più componenti. Non solo cash, comunque: per i nuclei beneficiari, i Comuni dovranno realizzare un progetto personalizzato di presa in carico: la nuova social card si integra infatti con gli interventi ed i servizi sociali erogati dai Comuni, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e la scuola. La concessione della Carta al beneficiario sarà condizionata alla sottoscrizione del progetto personalizzato. I fondi disponibili per la sperimentazione sono quei famosi 50 milioni di euro già stanziati dall’ultimo governo Berlusconi, ripartiti fra i Comuni in base all’incidenza della povertà assoluta sul territorio: la città che avrà più soldi è Roma, con 11.757.543 euro, seguita da Napoli (8.959.603) e Palermo (6.123.946). La grande città che vedrà arrivare meno soldi sarà Verona, con 1.114.021 euro. Comuni e privati potranno però incrementare il fondo. Soggetto attuatore della sperimentazione è l’Inps.

Dopo la pubblicazione del decreto in GU, i Comuni coinvolti dovranno stilare una graduatoria dei nuclei famigliari richiedenti la social card. Nell’ottica della sperimentazione, ogni Comune dividerà – con selezione casuale – le famiglie selezionate in due gruppi: per quelle del primo gruppo (tra la metà e i 2/3 dei beneficiari) si predisporrà un progetto personalizzato, per quelle del secondo gruppo ci si limiterà a dare i soldi (gruppo di controllo). La richiesta di social card sperimentale potrà essere fatta (diversamente da quanto avviene per quella ordinaria) non solo da cittadini italiani, ma anche da stranieri lungosoggiornanti. I richiedenti dovranno essere residenti nel Comune sede della sperimentazione da almeno un anno. Quanto ai requisiti economici, i nuclei beneficiari dovranno avere un Isee inferiore ai 3mila euro, un’abitazione di proprietà di valore inferiore a 30mila euro, una situazione patrimoniale inferiore a 8mila euro, nessun autoveicolo immatricolato nei 12 mesi precedenti alla richiesta, di qualsiasi cilindrata (quelle più vecchie invece non devono avere cilindrata superiore ai 1300 cc) nè moto di cilindrata superiorea 250 cc immatricolate nei tre anni precedenti, e se godono di aiuti assistenziali/indennità/pensioni queste non drovranno superare complessivamente i 600 euro mensili. Nel nucleo dovrà esserci almeno un minorenne e gli adulti dovranno essere senza lavoro. A fronte dell’erogazione della social card, i beneficiari si impegnano ad avere contatti frequenti con i servizi del Comune; a fare ricerca attiva di un lavoro; ad aderire a progetti di inclusione lavorativa o di formazione; alla frequenza scolastica; alla prevenzione e cura della salute.


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