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Epifani? L’uomo giusto per cambiare l’agenda del Pd

Enzo Costa, presidente dell'Auser ed ex sindacalista Cgil, conosce bene il nuovo segretario dei democratici: «Non è detto che sia una nomina a tempo». Le sue priorità? «Mi auguro che riparta da lavoro, welfare e scuola»

di Stefano Arduini

Non gli piace la definizione di “traghettatore” e alla domanda se sarebbe sorpreso di ritrovare Guglielmo Epifani sulla poltrona di segretario nazionale del Partito Democratico anche dopo il Congresso del prossimo autunno risponde così: «Non credo che in questi mesi lavorerà per crearsi un gruppo di appoggio che lo porti alla rielezione, piuttosto lavorerà perché gli altri riconoscano le sue qualità e gli chiedano di rimanere». Enzo Costa (da marzo presidente dell’Auser, sindacalista dal 1973 quando si iscrisse alla Cgil, di cui dal 2009 a quest’anno è stato segretario generale in Sardegna, è un amico-collega di lunghissima), di Epifani è un amico-collega di lunghissima data. Per questo vale la pena ragionare insieme a lui su quali potranno essere le prime mosse del nuovo segretario.

Enzo Costa (Auser)

Cosa si aspetta dal “traghettatore” Epifani?
Il termine non mi piace molto e non penso si addica a uno come Epifani. Richiama troppo un inzio e una fine. Credo invece che conoscendolo Epifani sia molto concentrato nel fare bene le cose. Poi si vedrà.

Secondo lei quali saranno le sue priorità?
Dovrà essere in grado di mettere sul tavolo della discussione pubblica temi almeno questi tre temi: contrasto alla disoccupazione giovanile, valorizzazione del lavoro di cura e di assistenza e sostegno deciso alla scuola, nessuno lo dice, ma il tasso di dispersione scolastica in questi ultimi tempi ha ripreso a crescere. Senza naturalmente dimenticare il tema della legalità.

Lotta alla disoccupazione giovanile d’accordo, ma come?
Negli ultimi 15 anni abbiamo vissuto col mito che la flessibilità crea occupazione. Poi abbiamo scoperto che era esattamente il contrario. Negli ultimi 3 anni i pochi posti di lavoro che sono stati creati per l’80% sono lavori precari. Possiamo decidere di andare avanti così e vedere dove andiamo a finire. Io penso che occorra ripristinare il principio della sicurezza del lavoro. E credo che così facendo potremo ridurre anche le aree di nuove povertà.

Poi c’è il capitolo delle professioni del welfare…
E questa può essere una grande occasione per una società come la nostra con un’età media sempre più elevata. Un grande piano sui servizi alla persona potrebbe essere un’ottima chance nell’ottica del rilancio occupazionale.

Crede che il Pd possa ritrovare una compattezza almeno su questi temi?
Me lo auguro, anche se adesso sembra un partito più interessato alla distribuzione delle cariche interne e ai problemi del Paese. Epifani può essere l’uomo giusto per invertire la rotta.
 


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