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Grafene: il futuro si mette in mostra

Promossa dal Collegio di Milano e dal Centro Studi per la Sostenibilità applicata di Goldmann & Partner la mostra "Grafene: il futuro in 2D, come ci cambierà la vita" presenta le applicazioni green di questo nuovo materiale

di Redazione

Il futuro in mostra nell’antico chiostro della Statale di Milano. A portare la rivoluzione tecnologica e soprattutto sostenibile del futuro in un’esposizione che prende il via domani, 25 giugno, sono il Collegio di Milano e il Centro studi per la sostenibilità applicata di Goldmann & Partner (società che si occupa di progetti e servizi per la sostenibilità).

La rivoluzione tecnologica che si annuncia è figlia del Grafene, un materiale scoperto nel 2004 da due scienziati dell’Università di Machester, André Geim e Konstantin Novoselov, premiati con il Nobel per la fisica nel 2010. E proprio al Grafene e alle sue future applicazioni è dedicata la mostra “Grafene, il futuro in 2D, come ci cambierà la vita”. La mostra è il risultato del project-work che un gruppo di allievi del Collegio ha realizzato proprio per la Goldmann, approfondendo le applicazioni d questa nanoparticella di carbonio che si presenta in fogli spessi un atomo, e che, nell’infinitamente piccolo, offre caratteristiche uniche di conducibilità elettrica, idrorepellenza e molto altro.
 

 

La mostra, aperta fino al 3 luglio (esclusi sabato e domenica), dalle ore 10 alle 19, è posta nei pressi del Colonnato di Largo Richini (ingresso da via Festa del Perdono 7) e si presenta con un’installazione formata da quattro geodeti a maglia esagonale come la molecola di Grafene, all’interno dei quali  sono disposti i pannelli (nell'immagine l'anteprima nella sede del Collegio di Milano). Il taglio divulgativo scelto per la mostra presenta le applicazioni economiche, ambientali, sociologiche, architettoniche e della mobilità del nuovo materiale.  

Il Grafene potenzialmente permette applicazioni che potranno render più vivibile il pianeta. Questo materiale abbondante e ricavabile con processi industriali piuttosto affidabile è – come hanno scritto gli studenti del Colleggio di Milano –  “meritocratico” perché sposterà il vantaggio dalla disponibilità della risorsa alla capacità innovativa di applicazioni, premiando i processi anziché la rendita.

Oltre a migliorare l’efficienza delle strutture fotovoltaiche, a realizzare filtri altamente efficienti da impiegare contro l’inquinamento delle acque, sostituire materiali a maggior impatto ambientale come il nerofumo dei pneumatici questo nuovo materiale offre la speranza di poter costruire supercapacitori, cioè grandi batterie dove stoccare idrogeno in spazi relativamente piccoli. Un limite all’utilizzo di questa energia pulita è stato fino a oggi le grandi dimensioni richieste dagli accumultatori.
 


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