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Media, Arte, Cultura

Rinasce il Comitato Media e Minori

Dopo un anno e mezzo, il Mise ha ricostituito il Comitato che vigila sul rispetto dei bambini in tv. Remigio Del Grosso è uno dei rappresentanti degli utenti: «dobbiamo recuperare il tempo perso e fare subito un nuovo codice di autoregolamentazione»

di Sara De Carli

Da un anno e mezzo a questa parte, a tempi regolari, sulla sua pagina Facebook ha denunciato il ritardo del Mise nel nominare i nuovi membri del Comitato Media e Minori. Un impegno costante quello di Remigio Del Grosso, già dirigente Telecom Italia, Segretario Nazionale della Lega Consumatorie e Vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). Il suo nome ora figura tra quelli indicati da Antonio Catricala, vice-ministro dello Sviluppo Economico, durante l’audizione in Commissione Cultura della Camera.
Il Comitato Media e Minori quindi rinasce e ha come presidente Maurizio Mensi, già Avvocato dello Stato, professore ordinario di Diritto pubblico dell'economia della SSEF e docente di Diritto dell'informazione e della comunicazione presso l'Università LUISS Guido Carli di Roma. Remigio Del Grosso è tra i nomi scelti in rappresentanza degli utenti, insieme a Antonio Cotura, Mario Russo, Domenico Infante, Elisa Manna. Tra i rappresentanti delle istituzioni figurano invece Graziana Campanato, Presidente Corte d’Appello di Brescia; Anna Serafini, senatrice, esperta in materia di tutela dei minori;  Emilia Visco, giurista, già Direttore del Dipartimento Vigilanza e Controllo dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Per le emittenti invece ci sono Maria Elita Lucchin, Gianfranco Noferi, Alessia Caricato, Filippo Rebecchini, Bianca Papini.

Del Grosso, dopo un anno e mezzo di “non operatività” che  situazione si trova a dover affrontare il Comitato? Diverse associazioni  avevano denunciato un deciso peggioramento della situazione, per una sorta di  “quando il gatto non c’è, i topi ballano”: è anche la sua impressione?  
Il blocco del Comitato per oltre un anno e mezzo, attuato dal precedente Governo senza fornire alcuna spiegazione, è stato un comportamento al limite del reato di omissione di atti di ufficio. La legge 3 maggio 2004, n. 112, infatti, obbliga tutte le emittenti, anche quelle che non hanno sottoscritto il Codice di autoregolamentazione tv e minori, ad osservare tutte le disposizioni in esso contenute, le cui violazioni sono sanzionate dall’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni. Naturalmente, in mancanza dell’organo preposto a rilevare le eventuali violazioni, le emittenti non sono andate tanto per il sottile ed hanno usato tutte le “armi” per catturare ascolti, senza curarsi della sensibilità delle persone psicologicamente più indifese, in particolare gli adolescenti.
Quali sono le priorità per il vostro lavoro, a suo  giudizio?
Probabilmente dovremo fare un grosso lavoro per recuperare il tempo perduto. Ma l’impegno maggiore dovrà essere profuso da tutti i componenti per realizzare un nuovo Codice di Autoregolamentazione, unico per tutti gli ambiti della comunicazione mediatica, da tempo richiesto dal Consiglio Nazionale degli Utenti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. È necessario, infatti, un riassetto globale della materia media e minori, uniformando dal punto di vista normativo televisione, internet, videogiochi e telefonia. Affinché tale riassetto sia efficace e consenta rapidità di intervento e operatività, occorre prevedere un più preciso sistema di vigilanza e sanzioni.
Nei dieci e più anni di vita del Codice di  Autoregolamentazione e del Comitato sono state in realtà pochissime le  segnalazioni che si sono tramutate poi in sanzione, quindi c’è un tema di  efficacia del Comitato e del Codice: come intervenire?  
La qualità dei componenti nominati direttamente dal Ministero dello Sviluppo mi  induce ad essere fiducioso in questo senso. Le violazioni delle emittenti, infatti, non vanno solo rilevate dal Comitato, ma anche segnalate all’Autorità con dettagliate motivazioni, incontestabili anche dal punto di vista giuridico, oltre che morale. Come noto, il Comitato sarà presieduto da una personalità che, in passato, ha svolto la sua attività proprio presso il Servizio giuridico dell’Agcom, mentre tra i membri titolari e supplenti, vi sono magistrati ed ex dirigenti della stessa Autorità. Naturalmente sarà necessario che la struttura interna Agcom, che valuterà le nostre segnalazioni, sia meno accondiscendente del passato nei confronti delle emittenti con maggior potere condizionante.
 


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