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Ricchi e avari: questione di generosità o fiducia?

Ormai è assodato: chi più ha, meno dà agli altri. Ma quali sono i motivi di questa "avarizia selettiva"? Secondo un recente sondaggio USA il freno principale alla generosità è costituito dalla scarsa fiducia nel non profit, e nella mancanza di informazioni sull'utilizzo finale dei fondi. Ma non mancano ragioni più meschine

di Gabriella Meroni

"Mi spiace non poter dare di più, ma…": quante volte ciascuno di noi ha detto questa frase, facendo due conti sulle uscite mensili? E quante volte subito dopo ha pensato: "Dovrebbero pensarci quelli che ne hanno tanti, di soldi"… Recenti studi americani hanno messo in luce però che spesso i ricchi non ci pensano. In media, infatti, gli americani più facoltosi (quelli con un reddito all'interno del 20% più ricco) donano solo l'1,3% dei loro redditi, mentre i cittadini con redditi nel 20% più povero hanno donato il 3,2%. Perché allora, pur non avendo problemi economici, i ricchi non donano di più?
Generalmente si pensa che i ricchi vogliano preservare la loro ricchezza e il loro tenore di vita, magari – nel migliore dei casi – per assicurare un futuro senza preoccupazioni ai figli, o agli eredi; un pensiero che sicuramente è stato rafforzato dalla crisi economica. Tuttavia un recente sondaggio condotto dalla U.S. Trust and Phoenix Marketing International ha scoperto che il motivo principale è un altro: la scarsa fiducia nelle organizzazioni non profit.
"I miei soldi non sarebbero ben spesi": così si è giustificato il campione di intervistati, tutti contribuenti con una dichiarazione dei redditi superiore a un miione di dollari annui. Il secondo motivo che frena le donazioni è la mancanza di informazioni: "Non conosco abbastanza nessuna associazione", hanno risposto gli interpellati, adducendo come terza motivazione un imbarazzante "Temo che se dono una volta, verrò continuamente disturbato con altre richieste". E piuttosto che andare incontro a telefonate o email indesiderate, meglio non iniziare nemmeno ad aiutare nessuno.
La seconda parte del sondaggio ha fatto parlare i consulenti finanziari, i professionisti cioè che aiutano i benestanti a investire e spendere i loro patrimoni. Ebbene, alla domanda "Perché secondo voi i vostri clienti ricchi non donano?", la risposta più gettonata è stata "Perché temono di non avere abbastanza da lasciare agli eredi". Una giustificazione dunque ben diversa. Al secondo posto tra le motivazioni più indicate c'è "Perché temono di non avere abbastanza per sé" seguita da "sono convinti di non essere abbastanza ricchi per donare ad altri".
 


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