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Valore cultura oltre il mito di Mecenate

"La cultura vale" è il convegno in programma a Milano per parlare di nuovi modelli di collaborazione tra profit e non profit nella valorizzazione del patrimonio culturale. Tra mecenatismo culturale e nuova filantropia

di Redazione

La cultura vale. Non è solo il titolo di un convegno in programma domani a Milano, ma anche l’affermazione che investire su questo settore è fare un investimento sul futuro. E proprio i futuri scenari e sul confronto tra mondo profit e non profit in relazione all’evoluzione del mecenatismo culturale tra tradizione e nuova filantropia saranno al centro delle due tavole rotonde in programma nella mattinata di venerdì 25 ottobre, alla Sala delle Colonne della Banca Popolare di Milano (i dettagli dell'evento in agenda).
A conferma che l’investimento sulla cultura è considerato come un investimento sul futuro ci sono delle best practice come il caso del bando ARS promosso da Fondazione Italiana Accenture con l’obiettivo di accompagnare la nascita di start-up attive nel campo dei beni culturali. Bando che mette a disposizione fino a un milione di euro per realizzare il progetto vincitore. Moltissimi quelli presentati, a sottolineare la grande attenzione sul tema, e le grandi potenzialità dei beni culturali come volano di sviluppo economico per il nostro Paese.

Il convegno – promosso dal Touring Club Italiano con Bpm, Vita non profit magazine e Fondazione Sodalitas – si inserisce nel centro della tre giorni dedicata al volontariato culturale dal titolo “Cultura bene comune” in cui si alternano incontri pubblici e momenti dedicati alla formazione dei volontari del Tci. Tre giorni, da oggi a sabato, utili per conoscere il volontariato culturale.

Ad aprire i lavori del convegno sarà Iacopo De Francisco, Chief Commercial Officer di Bpm che ricorda l’impegno di Bpm per il restauro, tra gli altri, della Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, luogo “Aperto per Voi” dal 2006.
Alle due tavole rotonde “Big players e mecenatismo d’impresa” e “Comunità diffuse e innovazione sociale” si avvicendano esperienze diverse che spaziano dai grandi programmi delle fondazioni di origine bancaria all’impegno di alcune medie e grandi aziende attive con progetti in grado di unire impresa, cultura e comunità, fino ad arrivare alle esperienze più innovative di crowfunding per la cultura. A chiudere il convegno l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno, che inviterà a riflettere sul tema Expo e cultura, una grande sfida imminente per la città di Milano.

Il presidente del Tci, Franco Iseppi, dal canto suo sottolinea come la cultura costituisca «un fondamentale fattore identitario, in quanto attesta la distintività di un Paese ed è un fattore strumentale in quanto ha un’attrattività che può generare nuova ricchezza. Non è quindi negoziabile l’arretramento della presenza dello Stato in questo settore strategico per il futuro del Paese. Certamente è necessario cambiare l’approccio, aprendo sia al profit sia a realtà non profit la governance del nostro patrimonio culturale, per innescare nuovi meccanismi in grado di assicurare il supporto al sistema, garantendo a tutti la fruizione di questi moderni beni comuni, che appartengono a tutti noi e sono elemento distintivo dell’identità nazionale».

Arriva da Giuseppe Frangi, direttore di Vita la considerazione che: «Investire in cultura non vuol dire investire in un settore, seppur importante, ma investire nel futuro. È grazie a questa consapevolezza che negli ultimi tempi abbiamo assistito a un rinnovato protagonismo di tanti soggetti storici, che hanno alle spalle lunghe e consolidate esperienze nel campo della gestione o della divulgazione culturale». Per questa ragione, continua Frangi, «l'appuntamento proposto dal Touring va proprio in questa direzione: un'associazione con grande base e lunga storia cerca nuove alleanze per aprire nuove strade, per far sì che la cultura diventi valore in senso completo: morale, identitario, ma anche economico. Per far questo bisogna rompere vecchi recinti e provare a cominciare a sperimentare percorsi in cui non profit, profit e pubbliche amministrazioni interpretino, in comunità d'intenti, i beni culturali come fattore di innovazione».
 


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