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A Roma un master per facilitatori di comunità

Processi decisionali, trasformazione dei conflitti, progettazione partecipata i temi portanti. Lezioni fino a maggio 2014, organizzano l'associazione Voice e Ceida

di Redazione

Si chiama 'Teoria, metodologia e pratiche della progettazione partecipata e della facilitazione dei processi decisionali' il master che prende il via tra pochi giorni a Roma dedicato a chi vuole conoscer eil know how per diventare facilitatore. L'iniziativa, che dura fino a maggio 2014, è promosso da associazione Voice e Ceida con il sostegno della Fondazione Roma e il patrocinio di Roma Capitale e provincia di Roma, e mira a formare esperti in attività di facilitazione dei processi decisionali, analisi dei contesti organizzativi e progettazione partecipata territoriale, in riferimento a processi complessi in cui siano coinvolti più attori e sviluppando competenze specifiche per la programmazione di interventi a livello sia locale sia internazionale. Sono, inoltre, affrontati temi relativi alla teoria e alla pratica della trasformazione dei conflitti.

Il percorso è completato da attività di "formazione sul campo" attraverso uno stage gratuito, supervisionato da un docente, che si svolgerà all'interno del Progetto Wel.com.e  (Welfare for community empowerment) , promosso da Voice presso la comunità territoriale di Castel di Guido (Roma) e sostenuto sempre da Fondazione Roma. L'iscrizione è gratuita e sono ben accette candidatura di chi ha già maturato anche un minimo di esperienza nel campo sociale e del Terzo settore.

Il Progetto Wel.com.e  prevede un intervento territoriale (area di Castel di Guido del comune di Roma) finalizzato a sperimentare e validare l’efficacia di nuovi modelli di welfare di comunità in grado di coniugare partecipazione civica, sussidiarietà, inclusione sociale e nuove forme di economia civile. Il programma propone attività interdisciplinari integrate (ricerca-azione, formazione, intervento sperimentale) e il coinvolgimento degli attori locali (enti pubblici, realtà e soggetti locali, azienda agricola, attori sociali, ecc.) grazie a metodologie innovative di facilitazione del lavoro di comunità (community work) attuate da un gruppo di esperti e operatori altamente qualificato e multidisciplinare.


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