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Solidarietà & Volontariato

Il volontariato in Sanità celebrato senza retorica

In occasione della Giornata Mondiale del Volontariato alla Statale di Milano si sono riuniti gli operatori del mondo sanitario. «Abbiamo puntato a mettere al centro il valore aggiunto che il volontariato porta: la relazione con il malato, una relazione salutare», ha sottolineato il diretore di Vita Giuseppe Frangi

di Redazione

Come ogni anno, il 5 dicembre, VITA celebra la Giornata Mondiale del Volontariato come importante momento per narrare e fare emergere un settore imprescindibile della società e dell’economia italiana ed internazionale. Quest’anno VITA ha scelto di sviluppare in particolare l’aspetto del Volontariato in Sanità convocando 16 testimoni, una ventina di associazioni e 221 volontari ed esperti nell'Aula Magna dell'Università Statale di Milano. Un appuntamento per narrarlo e metterlo in evidenza come risorsa che affianchi i servizi sanitari e assistenziali tradizionali. «Un momento», ha sottolineato il presidente del Gruppo VITA, Riccardo Bonacina, «che vuole sottrarre terreno alla retorica proprio con il racconto delle esperienze».

«Abbiamo puntato a mettere al centro il valore aggiunto che il volontariato porta: la relazione con il malato come fattore che anche la medicina ritiene sempre più decisiva nei percorsi di cura e guarigione», spiega il direttore di Vita Giuseppe Frangi.  «La scelta di una sede così importante come l’Aula Magna dell’’Università milanese è un richiamo al fatto che all’origine quello era il primo ospedale milanese, costruito a fine 400 e costruito grazie alle donazioni dei cittadini. La gratuità di oggi si racconta nel luogo della gratuità di allora».

Il Volontariato nella Sanità ha acquisito in questi anni un’importanza sempre maggiore sia in termini numerici (volontari e addetti nelle istituzioni sanitarie non profit) sia come produttore di relazioni fondamentali persino (come è riconosciuto da tante ricerche scientifiche) nelle terapie, ma anche come soggetto e motore di processi di de-ospedalizzazione. Come ha certificato l’Istat con l’intervento di Sabrina Stoppiello: “È un ambito in forte espansione che vede attivi oggi in Italia 340.000 volontari impegnati, 11mila associazioni e istituzioni sanitarie non profit che danno lavoro a 158mila addetti (Censimento Istat 2013). In allegato le slide presentato all’evento.

 

Beatrice Lorenzin agli Stati generali del Volontariato in sanità

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta al Convegno ha sottolineato come «sia assolutamente necessaria  una cultura dell’umanizzazione delle cure, ritengo che il volontariato sia in questo un grande ausilio e una grande risorsa. Fortunatamente nel nostro Paese il volontariato, che considero un modello di welfare sussidiario su cui scommettere, fa parte integrante della nostra cultura. Ritengo vada sicuramente valorizzato perché potrà essere sempre di più nel futuro un elemento dell’assistenza e della cura integrata alla persona. Perciò deve diventare attore a pieno titolo del Sitena sanitario nazionale e dei Piani sanitari delle Regioni, lavorerò per questo».

Giuseppe Milanese, presidente FederazioneSanità – Confcooperative intervenendo agli Stati generali del Volontariato in Sanità a Milano, ha da parte sua sottolineato: «L'Italia è l'ultima in Europa nell'assistenza extraospedaliera alle persone. È un primato che non ci fa onore dal momento che registriamo i più alti tassi di invecchiamento della popolazione  a cui si sommano i problemi di crescita delle cronicità e della non autosufficienza. Non decidere e continuare ad aspettare significa non dare risposte a milioni di persone che chiedono assistenza e che impropriamente devono ricorrere all' ospedale. Il ministro Lorenzin dice che questo è il futuro  – noi chiediamo che diventi il presente».
 
«In sanità in particolare il non profit ha valori e differenze non trascurabili rispetto al profit: non si sostituisce al pubblico, ma lo integra nelle diverse specializzazioni. Fa partecipare gli assistiti alle scelte assistenziali e persegue l'appropriatezza dei trattamenti.
Occorre porre al centro del sistema – conclude Milanese – il paziente e la famiglia che lotta quotidianamente per assisterlo e istituzionalizzare il ruolo di realtà come le cooperative non profit che offrono servizi socio sanitari attraverso strutture accreditate attraverso piani di intervento qualificati, definiti e controllati dall'istituzione sanitaria pubblica», ha concluso Milanese.

 


 
Pierluigi Stefanini presidente di Unipol

Promosso da VITA con il Centro Nazionale Volontariato, l’appuntamento è sostenuto anche da Fondazione don Gnocchi, Istituto Sacra Famiglia, Abio, Lega del Filo d’oro, Avo, Cittadinanza attiva-Tribunale del malato, Nostra famiglia, Ail, Aism, Misericordie, Croce Rossa, Aido, Ant, Fratres, Avis. E ha goduto del patrocinio della Ca’ Granda, del Comune di Milano, e della Regione Lombardia. Main sponsor Unipol

La giornata divisa in tre sessioni che delineano le varie tipologie dell’impegno di volontariato e associazionismo in ambito sanitario. La prima sessione sulla presenza dei volontari nelle strutture ospedaliere: una presenza capillare e articolata in centinaia di organizzazioni. La seconda sessione invece su una questione importante per gli assetti del nuovo welfare: la deospedalizzazione che vede il non profit in un ruolo protagonistico. Infine la terza sessione si è occupata dell’impegno al fianco delle disabilità e delle fragilità gravi nel momento della ospedalizzazione, dove il volontariato riveste un ruolo prezioso, grazie anche a percorsi formativi molto evoluti.

In allegato le slide del censimento delle istituzioni non profit e del volontariato nei settori della Sanità e dell’assistenza sociale a cura di Sabrina Stoppiello, Daniela De Francesco e Manuela Nicosia
 


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