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Cooperazione & Relazioni internazionali

Congo, via libera per due coppie: «nessuna irregolarità»

Le famiglie in Congo erano 26: il 5 dicembre le due coppie seguite dal Naaa sono riuscite a rientrare in Italia con i bambini. Perché loro sì e gli altri no? «Nessuna irregolarità», dice la presidente. «Sbloccare due coppie è diverso che sbloccarne 12. E si trattava di tre fratelli».

di Sara De Carli

«Io non so dirle come mai le nostre due coppie sì e le altre no. Di certo non c’è stata alcuna irregolarità. Le nostre due coppie hanno seguito la procedura prevista, riuscendo a rientrare in Italia il 5 dicembre»: così la presidente del NAAA, Ingrid Maccanti, risponde a chi si si chiede come mai delle 24 famiglie che erano in Congo per adottare, due – quella seguite dal suo ente – siano riuscite a rientrare in Italia con i bambini. «Respingiamo con forza ogni tipo di accusa», dice.

Delle 26 famiglie italiane che in Congo sono rimaste coinvolte dal blocco delle adozioni internazionali, le due famiglie seguite da NAAA sono le uniche ad aver ottenuto il nulla osta all’uscita per i loro figli. E dal 5 dicembre sono in Italia. «Come è successo per le coppie francesi. Pensiamo che il fatto di avere soltanto due coppie in loco abbia favorito il rientro da parte delle autorità congolesi», dice Maccanti. Ma che differenza c’è rispetto alle altre famiglie? È normale che i destini delle coppie siano diversi? «Ogni ente ha i suoi referenti in loco, che conoscono il Paese». Che spiegazione tecnica si è data lei? Siete arrivati prima? «Le nostre famiglie sono arrivate prestissimo, questo sì, mancava davvero solo la firma. Però non dobbiamo cercare il perché, perché davvero non c’è stata alcuna irregolarità. La procedura è trasparente. A me sembra chiaro che in una situazione di blocco, sbloccare due casi è diverso che sbloccarne 12». Quanti sono i bambini? «Si tratta di due famiglie, con tre fratellini divisi fra le due coppie», risponde Maccanti. «Era una situazione particolare, i bambini dovevano necessariamente uscire insieme dal Paese, ritengo che anche questo sia stato un elemento facilitante».

La notizia dell’arrivo in Italia delle sue due famiglie le è arrivata il 5 dicembre, quando lei era a Roma per un incontro fra gli enti e la CAI: «in tempo reale è stata data comunicazione alla Commissione per le adozioni internazionali, ai funzionari del Ministero e agli enti presenti, operativi nella Repubblica Democratica del Congo, dell’imminente rientro delle nostre famiglie, che avevano già avuto il via libera dall’Ambasciata», spiega oggi il comunicato di NAAA. La presidente del NAAA auspica che tutte le coppie italiane possano rientrare presto a casa insieme ai loro figli: «Non abbiamo ritenuto opportuno comunicare pubblicamente il rientro delle nostre due coppie in Italia perché crediamo che sia meglio non fare troppo scalpore, comportamento tra l’altro condiviso e concordato durante la riunione presso la Cai. Sollevare polemiche inesistenti non serve a nulla. L’unica soluzione adesso è l’azione diplomaatica».

 


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