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Fare fundraising in biblioteca

Massimo Coen Cagli, direttore della Scuola di Roma Fund-Raising.it, ha pubblicato un manuale in cui spiega che proprio a partire dalle biblioteche si possono mettere le basi per un welfare di comunità

di Redazione

12.917 di cui 6.787 comunali; 6.200.000  frequentatori abituali e 4.000.000 frequentatori occasionali; 900 gruppi di lettura e 200 presìdi del libro: queste sono le cifre delle biblioteche in Italia. Che vivono, come la maggior parte degli enti, una situazione di grave crisi economica: le 46 biblioteche statali hanno visto dimezzarsi il loro budget da 30 a 17 milioni annui in cinque anni. Solo a Roma nell’ultimo anno il finanziamento è diminuito del 30%.
 
Il fundraising è una delle strade possibili per garantire una maggiore sostenibilità a queste strutture. Non significa chiedere un aiuto per colmare il minor afflusso di risorse pubbliche, ma riscoprire e ripensare quel forte legame tra la biblioteca e la comunità che la rende un bene comune degno di una partecipazione attiva. 
 
Il 12 dicembre è uscito  in tutte le librerie off line e online Fare fundraising per le biblioteche, manuale –il primo del genere- scritto da Massimo Coen Cagli (nella foto) e pubblicato dalla Editrice Bibliografica.
 
«Questo testo – sottolinea l’autore- è utile alle biblioteche per rispondere professionalmente e non in modo spontaneistico alla grave crisi economica. Leggendo questo libro infatti potranno concretamente iniziare le attività di raccolta fondi da subito, troveranno molti spunti operativi che tengono conto delle loro peculiarità. Offre anche una nuova visione del fundraising nell’ottica della crisi delle politiche e dei servizi sociali, utile anche per tutti quei soggetti pubblici  interessati a un investimento sociale per il rilancio di un nuovo welfare di comunità”. Le parole di Cagli –direttore scientifico della Scuola di Roma Fund-Raising.it–  
sono in linea col percorso professionale che ha intrapreso finora: difatti da sempre è promotore di un approccio sociologico al fundraising secondo il quale la raccolta di fondi è legata alla costruzione e al rafforzamento della comunità civile e alla creazione di forme innovative di welfare sociale.
 
La Scuola di Roma, inoltre, ha ideato un percorso formativo e consulenziale specifico per le biblioteche. Dal 2005, ha erogato più di 250 corsi, formato 4000 persone e realizzato decine e decine di consulenze. Viene definita “il non profit per il non profit”, per l’impegno costante del corpo docente nel Terzo Settore.
 


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