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Azzardo, il governo non impugna le legge lombarda

Da più parti si era tentato di spingere il governo a impugnare la normativa, in quanto coperta da "riserva di legge", davanti alla Corte Costituzionale, ma l'esecutivo alla fine ha optato per la non impugnativa. Maroni: «Un segnale per lavorare all'applicazione delle nostre norme»

di Marco Dotti

"La decisione del Governo di non impugnare la nostra legge non è solo un atto burocratico. È il segnale che la Lombardia, varando un provvedimento per far fronte in modo concreto e articolato al dramma causato dalla dipendenza da gioco d'azzardo, ha colto nel segno. Il Consiglio dei Ministri, di fatto, ci dà ancora maggior forza, per lavorare all'applicazione delle nostre norme, per affrontare con efficacia un problema sociale che sta raggiungendo dimensioni sempre più preoccupanti". È quanto affermano il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e l'assessore al Territorio e Urbanistica Viviana Beccalossi, a commento della rinuncia, da parte del Governo, di impugnare la Legge regionale No Slot (Legge n. 8, "'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico").
Da più parti si era tentato di spingere il governo a impugnare la normativa, in quanto coperta da "riserva di legge", davanti alla Corte Costituzionale. Alla fine, però, è arrivata la dichiarazione del ministro  per gli Affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio: per Lombardia e Toscana, come già era accaduto per il Lazio, il governo opta per la non impugnativa.

La legge lombarda, approvata lo scorso 15 ottobre all'unanimità e fortemente voluta dal presidente Maroni e dai gruppi No Slot,  prevede tra le altre cose la possibilità per i comuni di imporre distanze minime da 500 metri dai luoghi sensibili per le sale slot, l'accesso con verifica in locali separati per chi installa più di 3 slot nei propri locali e incentivi per gli esercizi "no slot" che entro 6 mesi avranno un marchio ufficiale fornito dalla Regione oltre al divieto di pubblicità di gioco sui mezzi pubblici.

"La nostra legge – hanno aggiunto Roberto Maroni e Viviana Beccalossi – è uno strumento di buon senso, nato dalla semplice osservazione della realtà e dei numeri, che ci dicono come nel Paese il fenomeno della ludopatia sia in continua ascesa e che la Lombardia sia la regione italiana con la maggiore spesa assoluta per il gioco. Ogni lombardo, secondo le stime più recenti, gioca in media 1.700 euro all'anno e la dipendenza da gioco colpisce in modo tragico le categorie più deboli come pensionati e disoccupati". "Il nostro obiettivo – continua Beccalossi – non è solo quello di mettere divieti, ma quello di investire in formazione e prevenzione, cogliendo l'esigenza di comunicare il pericolo legato alla dipendenza e intervenire con tutti gli strumenti socio-sanitari in grado di curare chi ne è colpito".

 Attesi per le prossime settimane i primi provvedimenti applicativi della Legge, come il regolamento sulle distanze minime obbligatorie dai luoghi sensibili e le misure di agevolazione fiscale. La Lombardia, osserva Maroni, "è pronta a partire e ci fa piacere constatare che anche altre Regioni stiano seguendo questo percorso". "Tutti insieme – concludono Maroni e Beccalossi – dobbiamo ribadire un concetto chiaro e forte: lo Stato non può fare di un problema sociale un modo per aumentare le proprie entrate. Purtroppo constatiamo, però, che nell'ultima legge di Stabilità l'esecutivo è riuscito a trovare spazio per l'ennesimo emendamento sul rilascio di nuove concessioni ai gestori: sappiamo quindi che la strada è ancora in salita". Ma un primo passo – aggiungiamo noi – è stato compiuto.
 


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